Piccoli frutti, grande casa: ecco il villaggio Sant'Orsola

Il «Villaggio dei piccoli frutti» ha preso forma

di Giorgia Cardini

Il «Villaggio dei piccoli frutti» ha preso forma. Per ora, solo su supporto informatico, come rendering. Ma la speranza della Cooperativa agricola Sant’Orsola è quella di vedere realizzata la propria nuova e importante sede entro la fine del 2018.
 
Il progetto dell’imponente nuovo stabilimento, delle sale di lavorazione e conservazione, degli uffici e del «parco agricolo» che circonderà tutto, è stato reso pubblico il 6 ottobre dal Comune dopo il deposito della domanda di concessione edilizia: questa richiede una deroga urbanistica (necessaria in quanto l’area interessata dall’intervento è classificata come «agricola di interesse secondario») che deve essere approvata dal consiglio comunale entro 35 giorni dalla pubblicazione, quindi trasmessa in Provincia per l’okay definitivo. Stando larghi, il distacco delle licenze dovrebbe avvenire al massimo entro il prossimo febbraio per iniziare i lavori in primavera.
 
Imponente, si diceva, lo stabilimento progettato come imponente è l’investimento: tra acquisto dei terreni di cui era proprietaria una nota famiglia di imprenditori perginesi (operazione di poco superiore ai 3 milioni) e realizzazione complessiva, quello presentato in aprile all’assemblea dei soci è un progetto da 27 milioni di euro.
D’altronde, sono dati dimensionali importanti quelli del nuovo complesso progettato dall’architetto Paolo Margoni e dall’ingegnere Nicola Margoni di Trento: su una area di 124.705 mq (12,47 ettari), la superficie edificata sarà di 55.448 mq mentre resteranno agricoli 64.677 mq. La superficie coperta (anche di pannelli fotovoltaici) sarà di 23.695 mq e l’altezza massima del magazzino sarà di 11,09 metri. Nello stabilimento, la sala di lavorazione sarà di 4.000 mq, quasi il triplo di quella attuale, a Zivignago. Le celle saranno interrate per allungare la vita sullo scaffale dei prodotti, ci sarà una zona di assemblaggio per la preparazione di colli di prodotti diversi, un’area per le spedizioni, una molto vasta per gli imballaggi e la zona a servizi con uffici per il personale e per i tecnici.
L’area che resterà libera dalle costruzioni sarà dedicata allo sviluppo vivaistico, alla sperimentazione e alla realizzazione del vero e proprio «villaggio» in cui saranno accolte scolaresche e turisti.
 
Sostanzialmente tre, spiega il dirigente tecnico della Sant’Orsola, Severino Perenzoni, sono gli obiettivi che hanno indotto la cooperativa a scegliere di spostare la propria sede: trovare una collocazione strategica dal punto di vista dei trasporti e delle comunicazioni lungo la statale 47; creare un distretto dei piccoli frutti nell’area a ciò più vocata, rafforzando il marchio in Italia e aggredendo il mercato estero più vicino; e dare un maggior impulso al comparto agricolo anche incrementando la parte destinata alla trasformazione (succhi, marmellate, snack, frutta essiccata), che sarà concentrata a Zivignago.
Proprio questi due ultimi motivi fanno sperare alla cooperativa di poter accedere a una qualche forma di contributo provinciale. Quanto cospicuo, per ora, non si sa.

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