Morto da 11 mesi, per cause naturali

Ricostruita la vita di Dario Celio. L'amico: voleva lasciare l'Italia

Non c'è «giallo», solo la tristezza per una morte così «solitaria», dietro al decesso di Dario Celio. Il corpo del 39enne è stato trovato il 19 gennaio scorso in avanzato stato di decomposizione nella casa presa in affitto a Susà di Pergine. La morte del giovane risalirebbe a circa 11 mesi prima. L'autopsia, disposta dalla procura, ha escluso che il decesso sia avvenuto per cause traumatiche.

A distanza di così tanto tempo è difficile stabilire con certezza le cause della morte, ma è probabile che Celio sia venuto meno in seguito ad un collasso cardiocircolatorio. Forse l'uomo era depresso e debilitato - come conferma il fatto che si era "barricato" in casa - e il suo cuore non ha retto, anche se aveva un fisico resistente visto che prestò servizio militare nei lagunari. Forse Celio aveva avuto un black out e si è lasciato andare, anche se l'appartamento in cui abitava è stato trovato in ordine, con il bucato ancora steso. 

Continuano intanto le indagini condotte dai carabinieri della stazione di Caldonazzo che in questi giorni hanno indagato per ricostruire gli ultimi mesi di vita di Celio attraverso le sue amicizie e i rapporti lavorativi. Preziosi in questi casi sono i tabulati telefonici che registrano i contatti prima della morte. Tra gli ultimi ad avere sentito Celio c'è un ex collega di lavoro al quale l'uomo aveva confidato di voler lasciare il Trentino con l'idea di andare forse all'estero. Dopo il decesso l'amico aveva tentato invano di telefonare a Celio. Era anche salito a Susà, ma gli scuri erano chiusi e dall'interno non rispondeva nessuno. Forse avrà pensato che Celio era davvero partito per l'estero; invece giaceva morto sotto le coperte del letto di casa.

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