«L'elettrodotto deturpa il paesaggio» Firme contro il nuovo progetto Terna

di Alberto Piccioni

Sono 120 firme di operatori economici del Perginese contrari al progetto di delocalizzazione dell'elettrodotto a 220 kV sulle alture che circondano la città sonon state inviate al ministero dell'Ambiente dal comitato «Custodiamo il paesaggio».
Allarmati per il forte impatto paesaggistico esprimono assoluta contrarietà all'opera proposta. Gli esercenti e gli operatori turistici sono particolarmente preoccupati per la ripercussione negativa che tale progetto avrà sulla frequentazione turistica.

La linea ad alta tensione comprometterà uno scenario storico- ambientale autentico e suggestivo, porterà un declassamento delle aree d'interesse per identità storica, culturale e religiosa, causerà la perdita della vocazione del territorio a un turismo sostenibile e sarà causa di alterazione dell'equilibrio ambientale con relativo impoverimento della biodiversità.

«Sussiste anche il pericolo - si legge nella petizione - che un territorio così declassato perda interesse e quindi, essendo privo di tutele storico-ambientali possa essere sfregiato». La raccolta firme è accompagnata da un documento di osservazioni del comitato, nelle quali si evidenzia come la realizzazione di un'opera di tale importanza e impatto debba sollecitare una fase di studio tecnico più approfondito di quella effettivamente attuata. L'iter decisionale delle Amministrazioni Comunali e della Provincia, in fase di attuazione, ha preso in considerazione un'unica soluzione progettuale per la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, cioè quella redatta da Terna Spa(ora in valutazione da parte del Ministero).
Il comitato ritiene quindi necessario che vengano prese in considerazione altre ipotesi progettuali, come quella di mantenere invariato il tracciato attuale risolvendo il problema sanitario mediante accorgimenti tecnici, o le soluzioni redatte da uno studio specifico effettuato per il Comune di Pergine nel 2004.

Ulteriori osservazioni evidenziano come la stessa relazione paesaggistica commissionata da Terna ammetta il notevole impatto visivo dell'opera, trascurando però il punto di vista dei numerosi fruitori delle strade e dei sentieri interessati dal tracciato, come la strada Dietro Castello e la passeggiata lungo il torrente Fersina, da dove saranno visibili i tralicci della zona Serso - Viarago e monte Orno. Il comitato sottolinea che gli autori della relazione archeologica hanno dichiarato di non essere stati esaustivi ai fini dell'esame del rischio archeologico: le indagini preliminari alla ricognizione avevano evidenziato la necessità di compiere un accurato sopralluogo, che non è stato effettuato.

Questo studio, secondo il comitato, non può essere considerato valido, essendo stata esaminata solamente un'esigua porzione del territorio interessato dall'opera. Un altro punto riguarda le ripercussioni negative sia per gli operatori turistici che per i numerosi agricoltori i cui terreni sono collocati in aree coinvolte dal passaggio dell'elettrodotto. L'opera comporterebbe la perdita della vocazione di parte del territorio all'agricoltura sostenibile, specialmente nella zona della collina di Serso interessata alla produzione del celebre Blanc de Sers. Infine si precisa che la vicinanza all'elettrodotto dei biotopi dei laghi Pudro, Costa e di Madrano creerà pericolose barriere, possibili cause di morte per diverse specie aviarie, come ammette lo stesso Studio di Impatto ambientale redatto da Terna.

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