Soppelsa: «Città disgregata. Dobbiamo ridarle identità»

di Giorgia Cardini

Colpita dalla disgregazione di Pergine, la candidata sindaca della Lega Nord Donata Soppelsa - terza incomoda tra Roberto Oss Emer e Stefamo Tomaselli - punta sulla restituzione di un’identità chiara alla città, investendo sulla valorizzazione dei centri culturali ed economici come il teatro e l’ospedale Villa Rosa, ma anche sui legami di comunità.
Mentre sulle elezioni del 10 maggio dice: «Difficilmente supereremo il 5% perché a Pergine la gente non osa». Se poi un risultato di questo genere possa essere sufficiente ad andare a un ballottaggio, lo diranno la forza degli altri due candidati. Tutti e tre si confronteranno sui programmi, domani sera alle 20, al teatro comunale di Pergine, si terrà il dibattito pubblico organizzato dall'Adige e da AriaTeatro.

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Pergine è passata da 15 a 21mila abitanti in poco più di un decennio. I suoi due concorrenti parlano di una revisione del Prg per limitare o contenere l’ulteriore sviluppo: qual è la sua idea sull’argomento?
Mi colpisce molto la disgregazione di questa città e immagino un percorso che le dia finalmente un’identità chiara. Ma bisogna bloccare subito l’espansione edilizia e puntare su un sistema di ristrutturazioni intelligenti, eco compatibili e ad alta efficienza energetica.
In questa campagna elettorale torna il tema delle aree dismesse: nel suo programma ci sono delle idee molto precise, su questo.
Sì, crediamo che servano risposte in materia socio-assistenziale. per questo l’ex Villa Rosa potrebbe essere destinato a soddisfare certe emergenze abitative come quelle di donne vittime di violenza, uomini separati che hanno perso la casa e altri. Gli ex Artigianelli dovrebbero invece mantenere una funzione di formazione specializzata: vorremmo vedervi una scuola di teatro, di scenografia e costumi, collegandola al teatro di Pergine, ormai una realtà importante. Molto più complesso recuperare l’area ex Cederna, ma crediamo ancora nella possibilità di farvi un laghetto: diventerebbe un luogo di aggregazione incredibile.
Le frazioni sono cresciute moltissimo in questi anni, ma non sono autosufficienti e generano traffico verso il centro. Come risolvere il problema?
La soluzione ideale sarebbe quella di un car pooling istituzionalizzato, ma bisogna anche muoversi - sul tema mobilità - per avere più corse ferroviarie.
Come si fa a rendere il centro storico di Pergine attrattivo al punto che i turisti e i residenti lo preferiscano ai centri commerciali?
Bisogna investire molto sull’arredo urbano: abbiamo viali di accesso squallidi, vanno ripensati e va ripensato il sistema di segnalazioni: i beni culturali non sono valorizzati abbastanza e non esistono indicazioni che invitino i turisti a visitare il centro storico.
La vostra idea di sviluppo economico punta sulla tecnologia e l’alta formazione dei giovani: a parte la scuola di teatro, a cosa pensate?
A una formazione dei cittadini sull’uso delle nuove tecnologie, a un miglioramento della rete Internet, a un centro di formazione sanitaria per la riabilitazione al Villa Rosa. Non si può avere una scuola di fisioterapia? E perché non pensare a dare spazio ai privati con altre specializzazioni, come osteopatia o altro?

La coalizione delle civiche chiede il completamento della Valdastico. Voi cosa ne pensate?
Siamo d’accordo, perché velocizzerà il traffico e darà un po’ di fiato alla Valsugana. Tenga presente che da 5 anni non abbiamo alcun tipo di valutazione dell’incidenza dei tumori in questa zona, ma per la mia esperienza di medico ho il sentore che stiano aumentando sia le patologie respiratorie, che quelle legate al sangue.
La sicurezza riguarda anche certi edifici pubblici: le scuole Rodari e Andreatta hanno bisogno urgentemente di interventi: che cosa proponete?
Vanno completamente ricostruite e penso che sarebbe positivo concentrarle in via Amstetten, vicino al centro giovani, ai nuovi asili che stanno sorgendo e alle medie Garbari.
Auser, fondazione Montel, servizi a domicilio, Università della terza età: a Pergine ci sono molte possibilità per gli anziani. Cosa manca?
Fanno tutti un grande lavoro ma dobbiamo estendere la telemedicina, incentivare l’assistenza domiciliare e la domotica: ci sono anziani che non escono di casa (a volte veri tuguri) per problemi legati alle barriere architettoniche o al fatto che vivono in aree marginali.
Il centro #Kairos e il Sogno stanno diventando sempre più un faro per i giovani: ma ci sono comunque situazioni di disagio crescente.

Di cosa hanno bisogno, i ragazzi, a Pergine?
Bisogna dargli in gestione diretta ampi spazi: se fanno propria un’area, non solo la vivono ma la sorvegliano. In questa città ci sarebbero meno problemi di sicurezza se tante zone fossero vissute di più.
A questo proposito, nell’ultimo anno si sono moltiplicate in Italia e esperienze di gestione dei beni comuni (parchi, strade, piazze), con risparmi per le amministrazioni e la creazione, al tempo stesso, di nuove relazioni interpersonali. Cosa deve fare il Comune?  
Deve incentivare di più i gruppi di acquisto solidale, che in tempi di crisi svolgono anche funzione di educazione alimentare, e serve coinvolgere i cittadini nella manutenzione e nella pulizia di edifici come le scuole, i giardini o gli edifici tutelati. E poi bisogna aumentare gli orti urbani, aprendo anche i giardini privati a questa funzione sociale.
Spesso la Lega si scaglia contro gli immigrati, ma a Pergine costituiscono ormai una realtà solida, pari a quasi il 10%: non è meglio farsene una ragione e lavorare per una maggiore integrazione?
Sicuramente, io lavoro da 20 anni con gli immigrati. Ma ci sono moltissime differenze tra loro: la principale è quella per cui, chi proviene da certi Paesi, si aspetta assistenzialismo su tutto, chi viene da altri no. Sono però mentalità diverse e diverse culture con cui dobbiamo misurarci: credo che un mezzo per incontrarci e conoscerci meglio sia quello delle cene etniche, che funzionano benissimo.

Ogni sindaco deve fare i conti col calo delle risorse: ma voi, per sostenere le famiglie, puntate ad eliminare l’Imis sulla prima casa e l’Imu sui terreni agricoli, che garantiscono  4,5 milioni di euro, essenziali proprio per la fornitura di servizi ai cittadini. Come pensate di recuperarli?
Ritrovando capacità imprenditoriale: i Comuni l’hanno persa. Ma a Pergine, con le sue bellezze, si potrebbero mettere in moto turismo e commercio, ricavando nuovi introiti anche dall’organizzazione di Festival calibrati sulle offerte locali.

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