Ragazzina diabetica esclusa dalla gita

Discriminata a scuola perché soffre di diabete. È successo a Pergine a una ragazzina delle medie Garbari, che non ha potuto partecipare all'uscita didattica di due giornate al Rifugio Sette Selle perché gli accompagnatori non erano preparati a gestire la situazione. Il progetto «Diabete e scuola» avviato lo scorso anno dalla professoressa Marta Scalfo, in collaborazione con la diabetologia pediatrica, quest'anno è stato sospeso

di Alberto Piccioni

Si può essere discriminati per una malattia come il diabete in una scuola del Trentino nel 2013? È successo a Pergine ad una bambina delle medie, iscritta alle scuole Garbari, che non ha potuto partecipare all'uscita didattica di due giornate al Rifugio Sette Selle perché gli accompagnatori  non erano preparati ad affrontare la situazione. All'Adige si è rivolta la madre ritenendo di non aver ricevuto risposte adeguate per tutelare la figlia, nonostante la presenza in quella scuola di un'insegnante esperta di diabete,  Marta Scalfo , che l'anno precedente per 7 ore settimanali era impegnata in un progetto di sostegno agli alunni diabetici attivato dalla Provincia e dal dipartimento istruzione, che fa capo all'assessore  Marta Dalmaso .
In particolare la mamma non riesce a comprendere come sia possibile che da un anno all'altro la medesima scuola dimostri un atteggiamento totalmente contraddittorio nei confronti di un'alunna diabetica: prima veniva tutelata e garantita la partecipazione ad ogni attività esterna affiancando alla classe la professoressa Scalfo, ora invece si presume che una giovanissima diabetica sia come tutti i suoi coetanei in grado di gestire un'esperienza di sport prolungato e ci si stupisce se è costretta a dover, suo malgrado, rinunciare alla gita.
La mamma, dopo aver richiesto che la bambina fosse spostata nella classe dove insegna Marta Scalfo, temendo per la sua salute senza la presenza di un esperto nella gestione del diabete, non ha acconsentito alla partecipazione alla gita.
La responsabile del servizio di diabetologia pediatrica dell'Azienda Sanitaria  Vittoria Cauvin , riferisce di non aver compreso come mai la scuola non abbia interpellato i medici per verificare eventuali interventi e pianificare strategie d'inserimento scolastico della bambina. I diabetologi della pediatrica sono a disposizione della scuola per qualsiasi chiarimento sulla gestione del diabete, ma non sono stati contattati. Così ha riferito anche il dirigente scolastico,  Gianfranco Pedrinolli , aggiungendo, in merito all'esclusione della bambina dalla gita, che gli insegnanti si erano resi disponibili a farsi carico dell'alunna diabetica.  
Ma gli adulti che sono responsabili della formazione di un minore affetto da diabete devono avere alcune conoscenze di base per evitare problemi e aiutare i piccoli a convivere normalmente con la patologia. Forse bastava una telefonata al servizio, all'inizio dell'anno, per evitare che una bambina si sentisse isolata per la sua malattia e una mamma lavoratrice  trascurata dalle istituzioni.
Tutto questo avviene nonostante esistano precisi riferimenti normativi (l.p. 115/87) e un atto di indirizzo della giunta provinciale del 25/06/10 dove ci s'impegna a sostenere progetti per agevolare l'inserimento scolastico dei diabetici. Ma il progetto «Diabete e scuola» avviato lo scorso anno da Marta Scalfo, in collaborazione con la diabetologia pediatrica, quest'anno non è stato attivato, pur avendo dato risultati positivi. Informa Scalfo che i responsabili del Dipartimento istruzione finora non hanno risposto in merito alla prosecuzione e, che negli ultimi giorni, è stata sollecitata una risposta dall'assessore alla salute  Ugo Rossi . «Sono convinta - conclude Scalfo - che gli effetti negativi derivati dalla scarsa accettazione e attenzione per il diabete comporteranno un alto costo sanitario e sociale, penalizzando la vita ai giovani diabetici, che aumentano in continuazione, se ora si tagliano le risorse per prevenire i danni».

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