Massacrata di botte, in cella Claudio Ghesla

Uccisa di botte nella sera di S. Silvestro. Sara Marquez, prostituta colombiana di 28 anni, è stata lasciata agonizzante sul letto dove l'ha trovata un'amica con la quale divideva l'appartamento alle «Fornaci» in via Brennero a Trento. Per l'omicidio è in cella Claudio Ghesla, 49 anni, di Calceranica, che era stato visto fuggire dal palazzo

di Marica Viganò

Il corpo agonizzante era su un letto, nella zona giorno del mini appartamento al secondo piano. A nulla sono serviti i tentativi del medico di salvare quella giovane vita: troppo gravi le ferite alla testa, troppo il sangue perso. Si chiamava Sara Micolta Marquez, aveva 28 anni e dei bellissimi capelli lunghi e neri. Veniva dalla Colombia, dalla città di Tumaco, e a Trento non aveva parenti, ma tanti amici e conoscenti. A colpirla con ferocia la sera dell'ultimo dell'anno sarebbe stato un uomo con cui si vedeva spesso nell'ultimo periodo. Un amico speciale, che il 31 l'aveva accompagnata al centro commerciale di Pergine per fare un po' di shopping e che nella rubrica del telefonino della vittima era chiamato «Amore». L'uomo, visto fuggire dal condominio e sospettato dell'uccisione, è un artigiano di 49 anni della Valsugana. Claudio Ghesla, imbianchino residente a Calceranica, è stato raggiunto dagli investigatori della squadra mobile nella notte e portato in questura, dove avrebbe sostanzialmente confessato l'aggressione. È stato arrestato e accompagnato in carcere con l'accusa di omicidio.
Sara era una bella ragazza, allegra e amante della vita, arrivata in Italia per raggiungere la sorella e per guadagnare denaro per aiutare la famiglia in Colombia. Era a Trento da poco e si prostituiva in un mini appartamento al secondo piano del civico 108 del complesso «Le Fornaci», un'abitazione che condivideva con altre ragazze.


L'allarme alla polizia è arrivato verso le 20.30, grazie alla telefonata di un'amica che non aveva le chiavi per entrare in casa e era preoccupata perché sapeva che Sara era all'interno, ne aveva sentito i lamenti. Sono intervenuti i vigili del fuoco con gli agenti della squadra volante. La porta era blindata e non è stato possibile forzarla dal corridoio; i pompieri e gli agenti raggiungendo il secondo piano con una scala esterna sono entrati forzando il vetro della finestra: la povera ragazza era distesa su un letto pieghevole, nella zona giorno, agonizzante in una pozza di sangue. Il medico del 118 è stato impegnato per oltre venti minuti nelle manovre di rianimazione, ma il cuore della ragazza si è fermato per sempre l'ultima sera dell'anno, mentre in città stavano per partire i festeggiamenti per dare il benvenuto al 2012. Sara avrebbe passato la serata con gli amici. Forse si stava preparando per uscire quando è stata aggredita dall'uomo che frequentava nell'ultimo periodo e che lei chiamava amore. L'aggressione sarebbe avvenuta al culmine di una discussione, con Claudio Ghesla che avrebbe reagito scagliandosi contro la donna e colpendola più volte alla testa. Le ferite al capo - secondo il medico legale - sarebbero compatibili con un corpo contundente. L'aggressore avrebbe colpito la vittima forse con un coccio o con una bottiglia, lasciandola agonizzante; nella fretta di fuggire avrebbe seminato delle macchioline di sangue che gli uomini della scientifica hanno trovato anche sul corridoio della palazzina. Claudio Ghesla - e questa è la testimonianza chiave dell'indagine - è stato incrociato dall'amica della vittima mentre andava via con un fagotto con indumenti, forse lenzuola sporche in cui era nascosta l'arma del delitto.

comments powered by Disqus