C’è Hollywood al passo del Tonale Al via le riprese di «Dirty Fears» Nel cast anche MIchael Madsen

di Andrea Tomasi

C’è un serial killer al Passo del Tonale. È un uomo con dei problemi mentali, scappato da una struttura psichiatrica. E sta seminando il panico. È in estrema sintesi la trama del nuovo film («Dirty Fears») di Carlo Fusco, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico.

Il cast è stellare. Oltre a Leva Lykos, ci sono Michael Madsen (attore icona dei film di Tarantino, lo abbiamo visto in Le Iene, Kill Bill e The Hateful Eight) ed Eric Roberts (già candidato ai Golden Globe e agli Oscar, fratello di Julia Roberts). In questi giorni si sta allestendo il set.

Le riprese inziano oggi e saranno in parte fatte nell’Hotel Cielo Blu di Aldo Stablum, da tempo amico dell’attore protagonista Sokol Martini e dello stesso regista (Stablum avrà anche una piccola parte nella pellicola). ll film (un’ora e mezza) lo dovremmo vedere nelle sale italiane in febbraio. Abbiamo parlato con il regista, che  ha una filmografia che inizia da lontano (il primo cortometraggio «Storie di città» è del 1999, i suoi film più recenti sono «Kidnapped in Romania» del 2015 e «The Slider» del 2017).

Fusco, perché ha scelto il Trentino per girare Dirty Fears?

«Questa terra ha dei paesaggi mozzafiato. Li trovo perfetti per questo film e in generale molto adatti per chi fa cinema. A convincermi è stato Aldo: mi ha inviato delle foto di vari luoghi. Prima di venire qui le ho visionate anche su Google Maps. Sono posti meravigliosi. Per le esterne faremo anche ampio uso di droni».

Girerete anche in albergo?

«Sì. L’hotel Cielo Blu si presta molto alle esigenze di questo film. In questo periodo non ci sono turisti all’interno della struttura per cui gli spazi sono praticamente tutti per noi».

Di cosa parla «Dirty Fears»?

«È un thriller. Protagonista è un pazzo (Martini). Michael Madsen interpreta uno psichiatra che ha già avuto a che fare con lui, mentre Eric Roberts interpreta il marito di Leva Lykos. Di più non posso dire...».

Quindi il Trentino sarà riconoscibile e non sarà un non meglio precisato luogo di montagna?

«Certo. Il film è volutamente ambientato in Italia. E gli attori sullo schermo li vedrete parlare in italiano e in inglese».

Nella scelta della location la Trentino Film Commission ha avuto un ruolo? Tradotto: girate qui perché ci sono dei buoni finanziamenti?

«No. Abbiamo deciso velocemente. Non c’era il tempo per fare tutte le pratiche per “passare” dalla Film Commission. Gli sponsor sono tutti privati».

Da chi è prodotto?

«L’opera è prodotta dalla nostra società, la Lykos Film in collaborazione con Crisler Music Publishing, Soul TradeMusic Publishing Group, IC Service e Giovanna Bruschi. Le Film Commission i soldi te li danno ma c’è tutto un iter da seguire. Conto di rivolgermi alla Trentino Film Commission per la prossima opera».

Di cosa si tratterà?

«È un altro thriller, tratto da una storia vera, molto bella. Non posso dire molto altro. È una storia successa in Austria ma i paesaggi trentini sarebbero molto adatti. La sceneggiatura è di Leva Lykos. La produzione ancora non sappiamo».

Quanto è difficile fare cinema in Italia?

«Molto. In Italia la difficoltà maggiore sta nel trovare i finanziamenti statali. Gli enti pubblici (ministeriali) forniscono fondi sempre alle stesse produzioni. Va avanti così da anni. A chiedere aiuti statali si perde solo tempo. I finanziamenti arrivano sempre ai “soliti ignoti”».

Lei non le manda a dire.

«Lo dico da sempre e non ho problemi a ripeterlo. In Italia funziona così. È una sorta di “mafia”. I soldi vanno sempre alle solite produzioni romane, per essere ancora più chiari».

Nel film che state girando al Tonale il cast è di tutto rispetto. Quanto costa una produzione di questo tipo?

«Io lavoro in low budget. Non arruolo assitenti che non servono e che alla fine magari portano solo il caffè sul set. In tutto, nella troupe, siamo dieci: alcuni professionisti vengono da Roma, altri dal Friuli e altri dall’Abruzzo. Gli attori hollywoodiani che sono nel cast sono anche amici. Se Madsen e Roberts dovessero essere pagati secondo le “tariffe” normali tutto costerebbe il triplo».

Quindi un film di questo tipo quanto costa?

«Diciamo che riusciamo a stare sui 200mila euro».

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