Il supermarket di Ossana è senza plastica e a km 0 e lo gestirà la giovane Patrizia

Un supermarket senza confezioni di plastica, obbligo di vendere la maggior parte di prodotti sfusi e provenienti in larga parte da massimo 110 chilometri.
Era questo il bando promosso dal Comune di Ossana che aveva messo a disposizione un locale per aprire un negozio un po’ particolare, dove alla base di tutto c’è l’ambiente, i prodotti locali e il desiderio di trovare nuove vie all’invasione di plastica che ci circonda.

Ad aggiudicarsi il bando una giovane imprenditrice con un obiettivo: creare un agrodistretto biologico. Patrizia Pedergnana della Val di Pejo, ha deciso di tornare alla terra convinta che coniugare attività umane e tutela dell’ambiente e della biodiversità sia non solo necessario ma anche possibile, che si è messa in rete con altri produttori locali, come il giovane Giacomo Bertolini, che produce piccoli frutti e Marina Panizza, che produce aceto di mele selvatiche e raccoglie erbe spontanee.

Patrizia, con un’associazione, è diventata «Custode dei semi» per salvarli dall’estinzione. «È per me un onore coltivare le antiche sementi della Val di Sole. Credo sia un passo concreto per salvare la biodiversità e riportare alla via un pezzo della storia dei nostri nonni. Peraltro, i semi tradizionali dimostrano di avere una grande capacità di adattamento alle condizioni del territorio di origine per quanto difficili possano essere».

«Dovevamo assegnare un locale di proprietà comunale a Fucine, una frazione del nostro Comune, attraverso un bando di gara - spiega il sindaco di Ossana, Luciano Dell’Eva - Per questo ci siamo chiesti: perché non cogliere l’occasione per assegnalo a chi voglia trasformarlo in un punto vendita in grado di essere strumento di valorizzazione del nostro territorio? In Val di Sole abbiamo decine di produttori agricoli, allevatori e altre piccole imprese che faticano a trovare spazio nella grande distribuzione organizzata classica e vengono messe a repentaglio dalle sue logiche spietate».

Da qui l’idea del bando con vincoli precisi e stringenti: obbligo di vendere i prodotti alimentari secchi o senza confezionamento in plastica o altro materiale (per una quota di almeno il 70%) o usando vetro (per almeno il 20%). La soglia sale ad almeno il 90% per i prodotti liquidi (olio, vino e altre bevande) che, in più, per il 75% dovranno essere stati prodotti o trasformati entro 110 chilometri dal punto vendita.
Norme analoghe anche per il banco frigo (90% dei i prodotti sfusi o in vetro e l’80% dovrà provenire da massimo 40 chilometri di distanza) e per quelli ortofrutticoli freschi o trasformati come salse, sughi, creme e marmellate (90% sfusi o in vetro, dei quali 70% entro i 40 km e 20 entro i 110 km).

Inoltre, per i prodotti destinati alla pulizia e all’igiene, oltre ai requisiti dell’assenza di packaging e della provenienza territoriale, è stato inserito un obbligo di venderli in maxi-confezioni di vetro o alluminio per almeno il 20% del totale. Per trasportare la spesa poi tutti i contenitori dovranno essere realizzati in carta, stoffa o altro tessuto riutilizzabile. Niente plastica, insomma.

Il nuovo supermarket è un passo in più verso l’obiettivo di Pedergnana: «Per riuscirci ovviamente, cruciale è la collaborazione sia dei vari produttori locali sia dei consumatori finali. Ma anche i titolari dei punti vendita possono fare molto: «Il nuovo supermercato diventerà anche un riferimento per una serie di servizi che facilitano la vita della popolazione: free wi fi, servizio di prenotazione visite specialistiche, servizio di stampa dei referti medici e di assistenza all’accesso della cartella clinica elettronica, punto di recapito dei medicinali inviati dalle farmacie dei comuni limitrofi, servizio di consegna della spesa a domicilio».

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