Tra Pellizzano e Ossana la fusione è più vicina

di Lorena Stablum

I consigli comunali di Ossana e Pellizzano dicono di sì al referendum per la fusione nel nuovo comune di Castel San Michele.
In contemporanea, i consiglieri dei due Comuni, venerdì sera, hanno deciso di dare ai propri concittadini la possibilità di esprimersi in merito al progetto di fusione promosso dalle due amministrazioni comunali. All’unanimità hanno votato i consiglieri di Pellizzano: maggioranza e minoranza si sono trovati pressoché sulle stesse posizioni rispetto al tema.

Diversamente, a Ossana, il punto all’ordine del giorno è stato avallato dal solo gruppo di maggioranza. Assente in toto infatti è stato il gruppo di minoranza, che non si è presentato nella sala consigliare.
Un vero e proprio atto politico secondo il presidente della Comunità della Valle di Sole Guido Redolfi, invitato dal sindaco Luciano Dell’Eva a manifestare il proprio pensiero. Un fatto, per il primo cittadino, invece, incomprensibile: «Non riesco a capire il perché di questa assenza - ha infatti commentato Dell’Eva - Quando abbiamo presentato la nostra intenzione, la minoranza non si è espressa. Mi spiace tantissimo per questa loro scelta».

Con il passaggio nei consigli comunali, le amministrazioni avviano così il procedimento che porterà, in autunno, al referendum. In caso di esito positivo, il nuovo Comune, che, come già, detto prenderà il nome di Castel San Michele dal bene monumentale più rappresentativo dell’alta valle, nascerà a partire dal 1° gennaio 2021, avrà una popolazione di circa 1.600 abitanti e avrà la propria sede legale nel paese di Pellizzano, mentre la sede amministrativa sarà istituita a Ossana.

Le motivazioni, che hanno portato le due amministrazioni comunali, a intraprendere questa strada derivano, come è stato espresso, da molteplici fattori, tra cui spicca la volontà di ricercare soluzioni più efficaci per l’attuazione di strategie di sviluppo economico e sociale, anche e soprattutto nel settore di un turismo sostenibile. Ma anche dall’esigenza di ripensare il modello organizzativo interno del nuovo Comune che, potendo dotarsi di un organigramma di maggior dimensione, sarà in grado di dare risposte più adeguate ai cittadini e dalla possibilità di poter contare anche su un peso politico maggiore sia nei confronti del governo provinciale che delle amministrazioni vicine.

«A differenza di cinque anni fa, quando ero nettamente contrario - ha commentato il sindaco Dell’Eva - ora sono favorevole alla fusione. Questa convinzione è maturata in questi cinque anni. Il malfunzionamento delle gestioni associate mi ha indotto in questo ragionamento. Il fatto di poter uscire, nel caso di una fusione, dal sistema delle gestioni associate è una linea di confine indispensabile e per la quale abbiamo avuto assicurazioni dalla Provincia» ha concluso rispondendo ad alcuni consiglieri. Sulla questione delle gestioni associate ci si è soffermati a lungo e alcuni consiglieri hanno chiesto precisi chiarimenti. Consiglieri, che peraltro, sebbene favorevoli al referendum, non hanno comunque nascosto alcune perplessità. «Mi pare che si parta in salita - ha invece commentato il presidente Redolfi, registrando, oltre all’assenza della minoranza, anche la scasa partecipazione da parte della popolazione - Avevo auspicato la fusione già quattro anni fa. Ora mi auguro che le due amministrazioni abbiano una visione e abbiano già attuato in questa legislatura strategie condivise».

Anche a Pellizzano, il dibattito è stato approfondito. «Ci sono state osservazioni che ci invitano a creare un progetto di fusione che vada oltre alle posizioni di maggioranza e di minoranza - sottolinea il sindaco Denis Cova - Insieme però abbiamo condiviso l’idea di dare la possibilità ai nostri cittadini di scegliere se andare in fusione oppure no».

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