Predaia, comune condannato 106 mila euro per la scuola

Il consiglio comunale di Predaia, convocato per giovedì 21 febbraio, sarà chiamato a riconoscere la legittimità di un pesante debito fuori bilancio dell'importo di 106.810,58 euro.
Il debito nasce dalla sentenza del Tribunale di Trento depositata in cancelleria lo scorso 14 dicembre, immediatamente esecutiva, con la quale il giudice civile dottor Benedetto Sieff ha condannato l'ex Comune di Coredo.
La causa era relativa alla costruzione del polo scolastico di Coredo, che è stato definitivamente consegnato nel 2010. Ad aggiudicarsi l'appalto era stata la ditta Inco Srl con sede a Pergine Valsugana con la miglior offerta di 3.777.478,16, oltre a oneri di sicurezza.
La società, patrocinata dall'avvocato Antonio Tita di Trento, richiedeva al Comune il pagamento di circa 165.000 euro ma il giudice ha accolto solo uno dei rilievi, condannando l'ente al pagamento di circa 69.000 euro. A tale importo si sommano gli interessi e le spese legali, per un debito complessivo a carico della collettività di 106.810,58 euro. In sede civile il Comune è stato rappresentato dall'avvocatura distrettuale dello Stato, in questo modo si è evitato un ulteriore aggravio di spese.
Il magistrato ha condannato il Comune poiché aveva unilateralmente stabilito nuovi prezzi per i ponteggi installati, facendo riferimento al prezzario provinciale del 2008, anziché a quello del 2005 che vigeva al momento di approvazione del progetto definitivo, come stabilito nel capitolato dell'appalto. «Il capitolato speciale d'appalto ? scrive il giudice nella sentenza -, stabilisce in caso di nuove lavorazioni non previste nel contratto, l'applicazione del prezzario del 2005. Si tratta di una regola di natura negoziale che vincola entrambe le parti e che supera ogni altra previsione normativa, in assenza di norme imperative di segno contrario». Il giudice ha quindi disposto di tutelare il «legittimo affidamento dell'appaltatrice», che ha operato il proprio calcolo di convenienza secondo i parametri a suo tempo in vigore. Il principio di diritto è semplice: «pacta sunt servanda», anche la pubblica amministrazione non può sottrarsi ai contratti che stipula con i privati.
La sentenza è stata notificata all'ente ed è passata in giudicato per il decorso dei termini di impugnazione, pertanto il Comune ha riconosciuto il proprio errore e ha rinunciato a ricorrere alla Corte d'appello.
È ormai chiaro che sul tema si aprirà un aspro confronto tra la minoranza e il sindaco (articolo a destra) .
Nell'interrogazione del 2013 la minoranza di Coredo ricordava che il sindaco Paolo Forno , in carica da novembre 2012, aveva ricoperto le funzioni di vicesindaco dal maggio 2010 al luglio 2012 e pertanto aveva partecipato all'iter iniziato nel 2008 e concluso negli ultimi mesi del 2013.
Al consiglio spetta ora riconoscere la legittimità del «debito fuori bilancio»: si tratta di un controllo formale per inserire nel bilancio un debito contratto «in violazione delle norme giuscontabili».
La struttura comunale ha già acquisito il parere del revisore dei conti Tomas Visintainer, che ricorda al Comune come in questi casi sia obbligatorio trasmettere gli atti alla Procura della Corte dei Conti, la quale valuterà la responsabilità contabile dei funzionari e degli amministratori per il danno erariale cagionato al Comune.
Secondo quanto si apprende dalla risposta all'interrogazione che il sindaco Paolo Forno scrsse il 10 luglio 2013, il responsabile del procedimento fu il segretario comunale.

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