In difesa del bosco contro i frutteti raccolte a Ville d'Anaunia 413 firme

In 413 hanno sottoscritto la petizione del «Comitato boschi Ville d’Anaunia», contro l’abbattimento di oltre 2 ettari di bosco che diverranno frutteto (mele, coltivazione biologica). Petizione e firme sono state consegnate dal comitato spontaneo al sindaco Francesco Facinelli e al presidente del consiglio Giuseppe Mendini nella sede di rappresentanza del comune, a Tassullo; copia della lettera allegata è stata inviata anche al neo assessore provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli. 
Nella petizione, intitolata «Difendiamo il valore del bosco e del paesaggio», i firmatari (413, su una popolazione di 4850 abitanti; raccolta porta a porta, sottoscrittori solo maggiorenni residenti in comune), viene innanzitutto sottolineato che il comitato «non è contrario alla bonifica, e tanto meno alla conversione del metodo di lotta integrata verso quello biologico»; ma viene chiesto che dei boschi pubblici non siano trasformati in nuovi frutteti intensivi. 
Nel luglio 2010, in consiglio comunale, era stata «sposata» la proposta del Consorzio di miglioramento fondiario di Tuenno, progetto di riordino e bonifica di circa 8 ettari di terreno, a monte di Tuenno, di cui 24 mila metri attualmente a bosco (pubblico), per un impianto di meleto a coltivazione intensiva, biologico. A seguito di tale decisione, la nascita del «Comitato boschi»: che fin da subito ha sottolineato l’importanza del parco Splazoi, del Ciaretar e del Malghetto di Tassullo con relativo percorso didattico (limitrofi alla prospettata bonifica), quella del bosco per paesaggio e sicurezza idrogeologica, evidenziando la quantità di acqua (già carente) richiesta dai meleti intensivi, criticando la trasformazione di un bosco pubblico in frutteto privato («pericoloso precedente a vantaggio di pochi») e la perdita di altro bosco a fronte di una già compromessa biodiversità ambientale. 
I firmatari propongono quindi due soluzioni. La prima, sostenere il progetto di bonifica con conversione a coltivazione biologica, ma senza intaccare superficie boscata, tanto meno quella di proprietà comunale e di uso civico. La seconda, favorire produzioni alternative al melo e conversione di frutteti al bio in prossimità dei centri abitati, «per ridurre gli impatti sulla salute pubblica, sulla qualità ella vita e sull’economia turistica». 
Inoltre, mentre il bosco assorbe acqua anche in caso di grandi precipitazioni, frutteti e relative stradine la scaricano a valle in pochi istanti. L’area dove è in progetto la bonifica «scaricherebbe» le acque nel rio Ridi, canale interrato che passa sotto la piazza del paese, e che dopo le piogge del 29 ottobre scorso ha causato una situazione di emergenza, provocando una voragine nella centralissima Piazza Alpini. 
«La trasformazione di 24.000 metri quadrati di bosco in frutteti e stradine di campagna causerebbe un aumento di acqua stimabile tra i mille ed i duemila metri cubi», viene affermato nella lettera accompagnatoria della petizione. Quantità che si sommerebbe a quella già incanalata nel rio in parola, ormai al limite di portata. 
«Vogliamo quindi confidare in una seria valutazione da parte di tutto il consiglio comunale - concludono i firmatari - affinché sia presa in considerazione e fatta propria la petizione sottofirmata da una grande rappresentanza dei cittadini».

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