In molti comuni della val di Non l'acqua da rubinetto va bollita

Sono numerosi, i comuni della valle che a seguito delle intense precipitazioni dei giorni scorsi hanno deciso di emanare un’ordinanza per vietare l’utilizzo dell’acqua potabile, che va bollita prima dell’uso alimentare. Già nei giorni scorsi aveva fatto «rumore» il divieto emanato dall’amministrazione comunale di Cles, che aveva avuto una singolare conseguenza: nei supermercati del capoluogo anaune in poche ore erano state esaurite le scorte di acqua minerale, dato che quasi l’intera popolazione si era premunita acquistandone in abbondanza.
Le ordinanze emanate seguono un copione simile: a seguito delle intense precipitazioni si è verificato un aumento considerevole della portata di acqua presso i serbatoi potabili, con conseguente presenza di sedimenti e intorbidimento. Quindi è a titolo preventivo che l’ordinanza di bollitura è stata decisa: come a Brez, dove il sindaco impone che «fino a revoca l’acqua potabile relativa agli abitati di Brez, Traversara, Maso Plaz, Arsio, Carnalez e Salobbi non deve essere ingerita direttamente e per scopi di utilizzo alimentare necessita di preventiva bollitura». Idem a Campodenno, dove il sindaco Daniele Biada chiarisce che l’ordinanza interessa gli abitati di Lover, Campodenno, Termon, Quetta, Maso S.Angelo, Dercolo e Cressino, tutte servite dalla sorgente “Busoni”; mentre il sindaco Francesco Facinelli di Ville d’Anaunia chiarisce che «le sorgenti sono site in posizioni impervie che a causa delle avverse condizioni meteo ed ai dissesti conseguenti non sono raggiungibili», quindi per ovviare al problema servirà un po’ di tempo. A Ville d’Anaunia è ordinato «il divieto assoluto di utilizzare l’acqua dei civici acquedotti per uso potabile se non previa bollitura»; ne è vietato l’uso anche «ad imprese alimentari mediante incorporazione o contatto per la fabbricazione, il trattamento, la conservazione, l’immissione sul mercato di prodotti o sostanze destinate al consumo umano». Identici chiarimenti sono contenuti nell’ordinanza emanata da Fabio Mengoni, sindaco di Cis, così come in quella firmata da Yvette Maccani, sindaco di Revò; molto simili (escluso il paragrafo inerente le imprese) quelle sottoscritte da Fabrizio Inama, sindaco di Denno, Angelo Fedrizzi, primo cittadino di Ton (precisando che il problema riguarda le frazioni Masi di Vigo, Bastianelli e Comino), e Giovanni Formolo per Sporminore. Più “soft” l’ordinanza di Castelfondo, dove semplicemente «si consiglia» la bollitura a scopo precauzionale; mentre a Cloz all’ordinanza è già stata seguita la revoca.
A seguito del maltempo rimangono problemi viari, seppur minori rispetto ad altre zone della provincia: sono ancora chiuse la strada che da Sanzeno va a San Romedio, quella che collega Fondo a Lago Smeraldo, la provinciale 74 che collega Revò a Sanzeno, per non parlare di viabilità di campagna e forestale dove le chiusure per dissesto, frane, alberi abbattuti l’elenco sarebbe lunghissimo. 
Si aggiunge inoltre l’esondazione del torrente Barnes, nell’area ovest di Bresimo: da un sopralluogo compiuto dai Vigili del fuoco «si è accertata una situazione contingente di estrema gravità, tale da far temere per la tenuta del versante», con possibili problemi di staticità per gli edifici che vi sorgono. Conseguenza: la sindaco Mara Dalla Torre ha ordinato lo sgombero a tre famiglie, in attesa dell’accertamento delle condizioni di sicurezza o degli interventi eventualmente necessari. Ordinanza parallela quella che impone la chiusura totale (veicolare e pedonale) alla strada comunale che collega il cimitero a località Bagni, per il rischio di ulteriori cedimenti e franamenti.

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