L' arcivescovo Lauro Tisi a Cles: "La Chiesa non sia un museo"

La Chiesa s’interroga e rilancia il dialogo tra clero e laici. Lo ha fatto ieri mattina a Cles dove al teatro parrocchiale si è svolto il confronto tra l’Arcivescovo Lauro Tisi e le assemblee pastorali del territorio

La Chiesa s’interroga e rilancia il dialogo tra clero e laici. Lo ha fatto ieri mattina a Cles dove al teatro parrocchiale si è svolto il confronto tra l’Arcivescovo Lauro Tisi e le assemblee pastorali del territorio. 
Dopo Dro, Pergine e Moena è toccato alla zona pastorale «Valli del Noce» mettersi allo specchio, si tratta della quarta tappa di un percorso che vede coinvolte 8 realtà. La zona pastorale «Valli del Noce» opera su un territorio di 46.514 abitanti, suddiviso in 9 unità pastorali.
Nella zona pastorale ci sono 91 parrocchie, all’interno delle quali lavorano in 35 tra sacerdoti e collaboratori.
La zona comprende gli ex decanati di Cles, Fondo, Taio e la Val di Sole. Nel 2017 i battesimi complessivi sono stati 317, mentre le prime comunioni sono state 327 e le cresime 363. Il dato più negativo emerge dai funerali, che nel 2017 sono stati ben 488.
Da un confronto tra battesimi e funerali religiosi emerge un saldo negativo di 171 unità: si tratta di un dato legato quasi esclusivamente alla crisi delle nascite, ma anche alla presenza di nuove religioni che si organizzano e hanno una struttura anche all’interno della nostra Provincia.
Nel 2017, secondo i dati esposti dall’Arcivescovo Tisi, i nati in Trentino sono stati 4.200, a fronte di 3.000 battesimi celebrati dai sacerdoti trentini.
Il confronto con le assemblee pastorali è stato molto partecipato. I fedeli infatti hanno riempito il teatro parrocchiale per discutere con l’Arcivescovo Lauro Tisi. L’incontro si è aperto con una riflessione di Tisi: «Davvero l’antica Europa con il suo popolo di anziani pensa che in futuro avrà in mano le chiavi del mondo?» ha esordito l’Arcivescovo. «Oggi l’Europa è percorsa da un malcontento e da una voglia di spaccare tutto ma nessuno capisce il motivo».
Tisi ha poi espresso una grande preoccupazione legata al suo ufficio: «La mia paura è che quando il mio mandato finirà consegnerò al mio successore le chiavi di un museo anziché di una Chiesa, di un carro funebre anziché di una sala parto.
Tutti giorni questo incubo mi assale, perché il rischio che oggi si perda la fede è altissimo e questo mi preoccupa».
Tisi ha poi spiegato che la qualità di presenza nelle chiese delle valli del Noce è più altra che nel resto del Trentino. L’arcivescovo ha poi esposto una spiegazione personale alla crisi dei fedeli: «Non condivido la tesi della “prima generazione incredula”, penso piuttosto che esista una “prima generazione esodata dalle chiese”, che professa un credo alternativo e in chiave personale».
L’Arcivescovo ha quindi spiegato come uscire da questa situazione: «Vivere per sé stessi è un fallimento; bisogna spostare l’attenzione verso gli uomini e le donne che ogni giorno vivono e predicano il Vangelo, ripartendo dall’incontro con la Parola, che deve essere percepita come esperienza umana carica di vita. La Parola infatti non va ricercata negli scritti degli studiosi delle facoltà teologiche, ma tra la gente. Solo così sarà possibile ricostruire una comunità del Vangelo, fatta di cristiani che sono testimoni di Dio».
Agli stimoli iniziali di don Lauro sul senso di essere, oggi, comunità credenti (cercando di camminare insieme tra territori diversi ma compresi in un’unica zona pastorale), sono seguite alcune testimonianze di buone prassi, a cominciare dai percorsi formativi per le famiglie. Momento clou della mattinata le domande dell’assemblea a monsignor Tisi da parte di menbri di associazioni e realtà che operano nel campo della dottrina sociale della Chiesa. Un confronto sereno ma serrato sui temi più sensibili come famiglia, rapporto con gli altri e sul senso di essere comunità religiosa oggi in un momento in cui i sacerdoti sono sempre meno.

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