Il nuovo rifugio Boè, cantiere «estremo» a quota 3mila metri

di Lorena Stablum

È certamente un cantiere «estremo» per condizioni meteo e logistiche, che ha richiesto particolari tecniche costruttive quello che interessa il rifugio Boé di Canazei. 
Un intervento, atteso da lunghi anni (se ne parlava almeno dagli inizi degli anni ?90), che la Sat di Trento, proprietaria dell'immobile, ha deciso di affidare a inizio estate a un'azienda della Val di Non, la Fanti Legnami srl di Malosco (mandataria), che, per aggiudicarsi la gara, ha scelto come partners lo studio di architettura Artistudio di Fondo e l'impresa edile Mazzel di Vigo di Fassa. 
Inserito nel centro del Gruppo Sella, il rifugio Boé sorge a 2.860 metri di altitudine, e, posto a quasi un'ora di camminata dall'arrivo dell'impianto di risalita, è una meta molto frequentata da turisti ed escursionisti. Qui, in un contesto quasi lunare e nel bel mezzo della stagione turistica estiva, una squadra di 15 operai, da luglio sta lavorando per completare in tempi da record l'intervento di ampliamento e ristrutturazione dell'immobile. 
Il progetto prevede la realizzazione di una nuova ala del rifugio (con un volume 3.306 metri cubi suddiviso su un piano interrato, seminterrato, piano terra, primo piano e sottotetto), e la riqualificazione dell'esistente (1.334 metri cubi) da attuarsi su tre anni con un costo stimato per le opere pari a 3,9 milioni di euro.
«È un lavoro che richiede grande impegno - commenta Marino Fanti , il titolare della falegnameria nonesa -. Ma siamo riusciti, con le altre ditte, ad affrontarlo nel modo migliore. Siamo a quasi 3.000 metri, il lavoro va organizzato molto bene... Le condizioni meteo sono complicate, è nevicato già tre volte e, se ti dimentichi qualcosa, non c'è un negozio nelle vicinanze o una ferramenta per poterlo andare a comprare. Tutto il materiale va portato su con l'elicottero». E con l'elicottero sono stati trasportati in quota anche la gru da cantiere e i macchinari che sono serviti per lo scavo e la costruzione delle parti in muratura. 
Tutto, quindi, è stato programmato nei minimi dettagli, dai viaggi in elicottero per limitare al minimo necessario l'inquinamento atmosferico, acustico e ambientale, fino alle modalità costruttive adottate che sono state studiate per velocizzare la posa in opera, per evitare la produzione di rifiuti in quota da dover poi trasportare e smaltire a valle e per arrecare il minor fastidio e disturbo possibile ai frequentatori del rifugio. 
«Ogni particolare, dall'interrato alla struttura in legno è "Trentino Km 0 certificato" - continua Fanti - ed è stato sviluppato in modo da evitare lo spreco di energie e di rifiuti in loco. L'impresa Mazzel, ad esempio, ha utilizzato il materiale di scavo per la produzione sul posto del cemento occorrente alle strutture e ai massetti. Noi, invece, abbiamo prodotto nel nostro stabilimento gli elementi costruttivi preassemblati e finiti per ridurre i trasporti e i trasferimenti con l'elicottero ed evitare gli sfridi in cantiere». 
Ecco, quindi, che le strutture fuori terra sono realizzate in legno con tecnologie a elevatissima prefabbricazione in stabilimento, con l'impiego di pannelli in legno multistrato Xlam o a telaio: i moduli prefabbricati, completi di rivestimento esterno con cappotto termoisolante e di serramenti esterni (nel caso di pareti perimetrali), sono quindi trasportati in cantiere con notevoli vantaggi anche in termini di sicurezza per gli addetti al montaggio e in termini di precisione del prodotto finito. «Abbiamo iniziato la costruzione della struttura in legno ai primi di settembre - aggiunge Fanti - e contiamo di finire venerdì prossimo». 
Un altr'anno, quindi, si ultimerà la parte interna con la realizzazione degli impianti e l'arredamento, mentre sul terzo anno si prenderà in mano la ristrutturazione dell'edificio esistente sorto nel 1898. 
«Per la Sat il Boé è un rifugio importantissimo - spiega infine Sandro Magnoni , presidente della Commissione Rifugi e opere alpine della Sat - e l'intervento richiede un investimento notevole sia dal punto di vista economico che dal punto di vista tecnico. Ci abbiamo studiato molto, sia rispetto alla progettazione che poi in fase di stesura del bando, nel quale abbiamo inserito anche che la ditta arrivasse alla progettazione esecutiva».

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