Ecco il volto di San Valentino

di Gigi Zoppello

San Valentino? Forse era un romano, poco più che ventenne, vissuto e morto circa due secoli dopo Cristo e adesso ha anche un volto grazie al lavoro di una equipe di antropologi e archeologi dell’Università di Padova che si sono avvalsi delle tecniche digitali della ditta «Arc-Team» di Cles.

Tutto è nato dalla volontà di indagare le ossa della reliquia di San Valentino, custodita nella chiesa di San Giorgio a Monselice in provincia di Padova. Dal maggio del 2017 un team composto da tecnici dell’Università di Padova e di «Arc- Team» ha effettuato una ricognizione antropologica.

Specializzata in ricostruzione forense, «Arc-Team» è stata incaricata di uno studio di modellazione del volto «al buio». Gli esperti trentini (Luca Bezzi e Cicero Moraes) non sapevano infatti con cosa avessero a che fare, allo scopo di non «indirizzare» l’indagine. A seguito dell’analisi è stata effettuata una ricostruzione facciale forense che, tramite tecnologie digitali, è arrivata alla definizione dei lineamenti del volto partendo dai dati morfometrici del cranio di Monselice.

Il protocollo seguito è stato definito nel corso degli anni in base a dei blind test (esperimenti alla cieca) su viventi, tramite una ricostruzione forense a partire dai modelli 3D ottenuti con TAC digitali ed un confronto con la scansione dei volti degli individui studiati. A conclusione del lavoro, il busto ricostruttivo è stato stampato in 3D ed è attualmente esposto a Monselice, presso il museo di San Paolo.Successivamente l’opera verrà collocata nella chiesa, presso le reliquie di San Valentino.

La difficoltà di identificare i resti del San Valentino di Monselice è dovuta anche alla questione, tuttora aperta, sulla storicità della figura del Santo celebrato il 14 febbraio, che gli studiosi tendono a ricondurre a due o tre persone diverse: un San Valentino Martire sacerdote di Roma, sepolto lungo la via Faminia nei pressi della capitale; un San Valentino Vescovo di Terni, anch’egli martirizzato e sepolto sulla Flaminia, ma presso Terni; un San Valentino di Rezia, anch’egli vescovo, legato alla città Bavarese di Passau e ivi sepolto. Secondo i documenti storici, comunque le reliquie del San Valentino di Monselice sarebbero state tratte dall’antico cimitero romano dei SS.
Marcellino e Pietro e dovrebbero perciò essere pertinenti al Martire romano.

Tuttavia il culto dedicato al Santo nella cittadina veneta sembra racchiudere in sé attributi degli altri Valentini, ovvero la capacità di guarire dalle possessioni demoniache (come quello di Terni) e dall’epilessia (come quello di Passau), oltre alla protezione accordata a bambini ed innamorati.

Lo studio antropologico di Monselice ha permesso di determinare il sesso maschile (da osservazioni sul cranio e sul bacino) e l’età alla morte, sui 23 - 27 anni (in base ai denti e allo scheletro postcraniale). Non sono stati ravvisati segni di martirio e di decollazione (vertebre cervicali). L’analisi radiometrica al carbonio 14 ha restituito valori di altissima probabilità (92%) tra il 119 ed il 338 d.C. (con picchi verso il 200 d.C.). Ma la reliquia non risolve il mistero di quale Valentino sia.

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