L'aereo del Monte Giner è diventato un presepe

di Nicoletta Redolfi

Tra le chicche della Mostra dei presepi di Ossana (che nel weekend dell’Immacolata ha visto un grandissimo successo con afflusso record di visitatori), merita una menzione speciale il presepe, imperdibile, appositamente realizzato in occasione dei 60 anni dal disastro aereo del Monte Giner, avvenuto il 22 dicembre 1956 in località Pale Perse a quota 2.600 metri nel territorio di Ossana.

È allestito nel «Mas dei Voltolini» e corredato da documenti di vario tipo raccolti nel «Notiziario Comunale» realizzato per i primi anniversari, mentre una voce (in italiano o tedesco) racconta i particolari della tragedia, includendo le ultime registrazioni dei contatti dalla torre di controllo di Milano con il velivolo - un DC 3 della compagnia di bandiera italiana Lai codificato come I.LINC -, facendoti partecipare alla sconvolgente vicenda in cui la solidarietà umana però si scatenò subito coinvolgendo molti volontari nel recupero delle 21 salme (17 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio) e nella documentazione utile al ricordo.

L’idea è venuta al sindaco di Ossana, Luciano Dell’Eva, vero animatore culturale della zona.
Una squadra composta da quattro uomini (più una decina di donne ai costumi) con varie mansioni e competenze, Fabio Albasini il coordinatore, con Oreste, Primo, Mario, che si sono messi al lavoro, nell’intento di ricostruire fedelmente l’evento, servendosi di documenti fotografici e scritti messi a disposizione dall’Amministrazione comunale.

Così l’aereo, o meglio la metà di quanto rimasto, è stato messo nella stessa posizione descritta dai testimoni, così come le salme tra le nevi.
In particolare, ci ha spiegato Fabio, sono stati determinanti le testimonianze dei soccorritori che ci misero due giorni a raggiungere l’impervio luogo dell’impatto con condizioni climatiche toste. E arrivarono nella zona del disastro aereo proprio il 24 dicembre, alla vigilia di Natale.

La cosa singolare, ha sottolineato Fabio, è stato il ritrovamento in una valigetta di un piccolo Gesù Bambino, rimasto illeso, probabilmente un dono che uno dei passeggeri stava portando per la Natività. Un paradosso? Forse un segnale di una presenza di luce e calore in una serata buia e fredda da non dimenticare.

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