Passo Predaia, via al rilancio ecosostenibile

Dopo il via libera del Comune di Predaia, con la delibera del 27 ottobre anche la Provincia ha approvato il piano attuativo «Passo Predaia». 
Un progetto ambizioso, promettente e di ampio respiro quello ideato dall’Azienda San Romedio della famiglia Rizzardi. Gestione integrata delle risorse, miglioramento ambientale, sviluppo del turismo alpino, agricoltura, zootecnia, valorizzazione degli sport di montagna e pure la promozione di un sito archeologico: sono numerosi gli obiettivi e i settori coinvolti, ma vi è un’unica filosofia fondamentale: il forte legame con il territorio, nell’ottica dell’ecosostenibilità. 
 
«Vogliamo chiudere il cerchio - racconta Igor Rizzardi, ventitrenne perito agrario, illustrando le basi del progetto - il principio è quello di partire dall’erba, dal fieno che sarà utilizzato per l’allevamento, fino a giungere alla produzione del formaggio e della carne».
Il primo passo era stato compiuto nel 2012 rivolgendo l’attenzione alla gestione delle malghe, ora l’intenzione è di ampliarsi e il traguardo è il completamento dell’intero ciclo produttivo. Lo stesso Igor è tra i protagonisti del rilancio della pratica del pascolo e la famiglia: oltre a coltivare i frutteti, si occupa del bar-ristorante Solarium Predaia e delle Malghe di Coredo e di Tres, con quest’ultima che in inverno rimarrà aperta sia il sabato che la domenica, ricorrendo eventualmente ad un piccolo gatto delle nevi per rendere più agibile la strada. 
 
L’Altopiano di Predaia può infatti vantare un’importante offerta a livello di piste sciistiche, sentieri escursionistici e, in particolare, spicca la «Panoramica sulle Dolomiti», un tracciato per appassionati del fondo, con vista suggestiva.
 
La superficie interessata al piano attuativo è di circa 22-23 ettari, in parte di proprietà, in parte messi a disposizione da Asuc e da privati. Spiega Rizzardi che il rispetto della natura sarà un punto fermo anche nella realizzazione di una nuova stalla seminterrata con tetto verde, sul quale avverrà la coltivazione di erbe officinali, grazie alle abilità della fidanzata di Igor, Adele Eccheli, laureata in scienze farmaceutiche applicate. Fresca vincitrice del premio «Predaia Imprende», la giovane è esperta in tema di pino mugo, pianta di cui intende sfruttare le molteplici peculiarità. Per quanto riguarda invece l’allevamento, sarà incentrato principalmente su una razza bovina autoctona: la grigio alpina.
 
Tra i vari ambiti considerati dall’Azienda San Romedio, c’è pure quello di carattere storico. L’originale proposta è connessa alla scoperta, relativamente recente, di alcuni reperti di selce in località «Laget» che vengono fatti risalire a ben dodicimila anni fa. Da qui lo spunto per la ricostruzione di una sorta di villaggio a cielo aperto che riprende l’accampamento primitivo stagionale di queste antichissime popolazioni nomadi, dedite probabilmente alla caccia. Un’iniziativa che permette di coniugare agricoltura, turismo e sviluppo sostenibile con la possibilità di un approfondimento culturale. E la Provincia ha dato l’ok pure all’ «agricampeggio».

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