Casa Endrici, un tesoro poco conosciuto

di Chiara Smadelli

Da qualche anno occasionalmente aperta per mostre ed esposizioni, Casa Endrici nella giornata di domenica 24 settembre ha aperto le porte ai visitatori, che hanno potuto ammirarne la disposizione interna, gli arredi, i dipinti, cui si sono aggiunti oggetti dell’ex arcivescovo monsignor Celestino Endrici, recuperati nelle soffitte dai volontari. «Siamo un gruppo molto affiatato, intenzionato a valorizzare questo palazzo storico» sostiene Anna Endrici, pronipote dell’ex arcivescovo.

Insieme a lei, la sorella Irma ed alcuni volontari si sono impegnati nell’organizzazione dell’evento predisponendo gli spazi, recuperando vari oggetti ed organizzando delle visite guidate curate da Gianluca Marches. Si tratta di una manifestazione che si inserisce nell’ambito più ampio delle «Giornate europee del patrimonio», che dal 1991 aprono ai cittadini le porte di monumenti e siti storici, artistici e naturalistici.

«Don è un paesino piccolo e poco conosciuto. Ci piacerebbe renderlo noto attraverso la valorizzazione di quest’edificio, sfruttando le sue infinite potenzialità. Oggi sono accorsi numerosi visitatori i quali, oltre che per Casa Endrici, si sono complimentati con noi per la bellezza e la tranquillità del nostro paese. Credo che questo sia un ottimo punto di partenza», afferma Anna.
Per rendere nota casa Endrici i volontari, che nell’organizzazione della manifestazione sono stati sostenuti ed incoraggiati dall’assessore alla cultura del comune di Amblar-Don Bruna Pellegrini, intendono costituire l’associazione «Amici Casa Endrici».

Alla vigilia dell’apertura si è svolto un incontro durante il quale l’architetto Chiara Zanolini ed il dottor Roberto Pancheri, esperto in materia di beni culturali, hanno illustrato la storia dell’edificio dal punto di vista storico-artistico e le loro scoperte in merito ai quadri ed ai dipinti della cappella, tra i quali sono state individuate opere di Mattia Lampi.

Casa Endrici è un esempio di dimora storica della piccola nobiltà anaune risalente all’inizio del Settecento. Sulla facciata c’è un affresco votivo del XVIII secolo, mentre è del 1929 l’epigrafe marmorea celebrativa dell’ex arcivescovo, sormontata dal suo stemma scolpito a rilievo. L’edificio è stato acquisito dal comune di Don nel 1982, periodo in cui fu oggetto di un restauro generale. Successivamente è stato effettuato un intervento di manutenzione delle facciate e di risanamento della terrazza, che si è concluso nel 2015.

L’edificio è noto soprattutto in quanto è la casa dove nacque Celestino Endrici, arcivescovo di Trento dal 1904 al 1940, conosciuto per aver lottato contro i soprusi inflitti dalle autorità militari ai cittadini nel corso della prima guerra mondiale e per aver difeso le associazioni cattoliche dalle violenze dei fascisti durante il tristemente noto ventennio. Un personaggio di rilievo, vissuto proprio in un edificio situato a Don: si tratta di un’ulteriore motivazione per valorizzare al meglio e far conoscere al pubblico Casa Endrici.

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