Portolo, il centro polifunzionale è un "caso" per Ingegneria

Già si delinea il profilo del nuovo centro polifunzionale di Portolo che sta sorgendo al posto del maxi magazzino Capsa. L’opera ha attirato l’interesse della facoltà di Ingegneria di Trento, che ha promosso una visita per approfondire le caratteristiche di questo intervento, ritenuto degno di attenzione dai docenti. Portolo diventa dunque un caso di studio che approderà sui banchi dell’università.
 
La demolizione della vecchia struttura ha cambiato radicalmente il volto dell’abitato, e la cittadinanza con la sua Consulta sta seguendo con grande attenzione le fasi della ricostruzione. Così anche una trentina di studenti che frequentano il corso di «Costruzioni in acciaio e antisismiche» hanno visitato il cantiere, dove sono stati accolti dal sindaco Francesco Facinelli e dall’assessore ai lavori pubblici Sergio Larcher.
 
Interessati e partecipi, i futuri ingegneri della facoltà di Trento accompagnati dai docenti Oreste Brusi e Marco Ballerini hanno approfondito le caratteristiche dell’opera, dialogando con il progettista e direttore dei lavori ingegner Francesco Azzali. Quest’ultimo ha presentato le diverse fasi che caratterizzano la ricostruzione con un necessario focus su statica e vincoli strutturali dei materiali che caratterizzano l’opera: l’acciaio e il legno. Al piano terra si notano gli spazi che saranno adibiti a magazzino per lo stoccaggio della frutta nel periodo della raccolta delle mele: l’ex Capsa era di proprietà della cooperativa Cocea di Taio, e dunque i lavori sono frutto di un accordo tra l’ex Comune di Nanno e Cocea.
 
«I lavori stanno proseguendo speditamente ed entro fine agosto gli agricoltori di Portolo potranno servirsi del magazzino» riferisce l’assessore Larcher. Le capriate rotonde in legno ben si adattano al contesto nel quale sta sorgendo il nuovo polo polifunzionale: il piano superiore rimarrà al servizio dell’intera comunità e delle sue associazioni. All’esterno, non mancherà uno spazio coperto da utilizzare per manifestazioni di vario genere, dal teatro alla musica. A testimonianza di quanto la demolizione rappresentasse un evento storico per la comunità locale, a seguire le prime fasi dei lavori a inizio anno era presente anche l’assessore provinciale all’urbanistica Carlo Daldoss, che indicò quello di Portolo come un caso esemplare: «Demolire si può, anzi si deve in casi come questo».

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