Ritrovati i resti del bombardiere

di Lorena Stablum

Si è conclusa felicemente la ricerca in Val di Sole dei resti del bombardiere americano B-25 Mitchell «8Z», abbattuto dalla Flak il 20 marzo 1945. Il 4 settembre scorso, gli appassionati ricercatori trentini Michele Ianes e Giacomo Zanotti, coordinati da Caludio Devigili, hanno compiuto una salita al «Tof de l’aeroplan» nei pressi di Malga Scale, sulle montagne di Dimaro, e dopo aver localizzato il punto di impatto al suolo dell’aereo, hanno recuperato decine di frammenti del velivolo tra cui strisce di alluminio avio, cablaggi, bossoli di proiettili e sezioni di pannelli.

I pezzi, riportati a valle, sono stati ripuliti, fotografati e sottoposti ad attenta analisi da parte di esperti italiani e americani. I reperti sono stati identificati uno ad uno da Stephen Patrick, una vera autorità del settore, e dal curatore del Pima Aerospace Museum Adrew Boehly, che li hanno ricondotti in modo inequivocabile a un velivolo B-25 J Mitchell. «Considerato che in Val di Sole non caddero altri aerei di quel tipo - sostiene Ago Alberti di Cremona del gruppo Gruppo Air Crash Po - possiamo quindi affermare che il bombardiere schiantatosi a Malga Scale è senza dubbio alcuno l’esemplare “8 Z”»». La notizia della campagna di ricerca aveva portato poi il Giampiero Iegher di Carciato a pubblicare su Facebook delle fotografie di alcuni pezzi d’aereo recuperati dal padre Pio. Foto che, spiega ancora Alberti, sono state poste al vaglio degli esperti.

«I pezzi degli Iegher sono parti del B-25 J Mitchell - continua Alberti -. Ho contattato il figlio e abbiamo avviato una collaborazione: presto saranno messe a disposizione del team di esperti altre immagini degli importanti resti dell’aereo di loro proprietà. L’associazione americana che si occupa del restauro della copia volante di «8 Z», un B-25 recuperato in Alaska anni fa, sarebbero onorati di poter ospitare nel loro museo alcuni dei pezzi recuperati da Pio Iegher anche se comprendono bene lo stato d’animo dell’anziano signore, che con grande fatica ha recuperato le parti dell’aereo.
Alla famiglia Iegher andrebbero, comunque, il ringraziamento e la gratitudine delle decine di persone coinvolte nel progetto e sull’aeroplano e nel museo del gruppo sarebbero poste targhette recanti i nomi dei donatori. Il ruolo del signor Pio sarebbe evidenziato in un filmato che farebbe poi il giro di tutti gli Usa, in interviste giornalistiche su riviste specializzate. In ogni caso i pezzi rimarrebbero legalmente e formalmente di proprietà della famiglia».

La ricerca ha consentito anche di far riemergere dall’oblio un’altra vicenda, verificatasi nella stessa zona tra la fine del 1943 e la primavera del 1944 quando, a causa di avverse condizioni meteorologiche, un velivolo inglese precipitò sopra Carciato: l’equipaggio si salvò e venne nascosto, ospitato e aiutato a evitare la prigionia presso la segheria della famiglia Marinelli. Gli aviatori britannici furono aiutati a raggiungere la neutrale Svizzera e dopo la fine del conflitto, le autorità militari Alleate rilasciarono ai Marinelli un attestato di benemerenza. La collaborazione fra testimoni del fatto e il gruppo Air Crash Po potrebbe portare alla identificazione dell’aereo e dell’equipaggio e a ricostruire una vicenda verificatasi 72 anni fa.

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