Cles, espulso l'immigrato che vandalizzò la chiesa

Tra gli ultimi espulsi dall'Italia e rimpatriati per «motivi di sicurezza» c'è anche il marocchino Salah Briji , 69 anni, ambulante, domiciliato a Cles. L'uomo era stato arrestato dai carabinieri dopo che il primo gennaio del 2015 aveva causato rilevanti danni alla chiesa parrocchiale di Cles. Non era quello il primo episodio di intemperanza «religiosa» e anche al processo per direttissima, celebrato a Trento, l'uomo si era presentando in aula con un inno ad «Allah akbar».

Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Cles, avevano subito escluso matrici islamiche o contatti con gruppi terroristici. Tuttavia, visto il quadro internazionale, il ministero dell'interno ha disposto l'espulsione di Salah Briji. così del suo caso ieri si è parlato addirittura in Parlamento. Il ministro dell'interno Angelino Alfano , rispondendo ad interrogazioni in Senato, ha spiegato infatti che due marocchini martedì sono stati rimpatriati per motivi di sicurezza.

Si tratta di un giovane di 25 anni, indagato per aver scaraventato pochi giorni fa un crocefisso del ?700 a terra nella chiesa di San Geremia a Venezia e di un uomo di 67 anni che aveva fatto irruzione in una chiesa a Cles, urlando parole di avversione per la religione cattolica. Con l'espulsione di Salah Briji salgono così a 102 gli espulsi dall'1 gennaio 2015, tra cui 9 imam.

Quel primo gennaio 2015 a Cles Briji, entrato intorno alle 13 nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, si scagliò con un bastone in ferro contro opere d'arte ed arredi sacri. Dopo aver gridato frasi in arabo scaraventò a terra quattro statue della Madonna accanendosi poi su di esse usando dei candelabri. Non era la prima volta che il marocchino si faceva notare per il suo atteggiamento aggressivo e intemperante: il mese prima, infatti, aveva disturbato una funzione religiosa nella stessa chiesa.

Salah Briji venne processato per direttissima e condannato ad un anno e 4 mesi di arresti domiciliari. Anche al processo l'imputato si era mostrato polemico. Al giudice disse che «la religione cattolica è falsa falsa falsa», spiegando di aver danneggiato la chiesa «perché è giusto così». Poi aggiunse frasi di cui si fatica a cogliere un senso logico mettendo nello stesso calderone il Vaticano, Berlusconi ed il re del Marocco.

Dopo gli attentati in Francia e Germania, il Viminale ha dato un'accelerata sulle espulsioni, rimpatriando non solo presunti simpatizzanti dell'Isis, ma anche soggetti con problemi mentali. Lo ha confermato anche il direttore dell'Aisi, Mario Parente, ascoltato ieri per dal Copasir. L'Italia - ha spiegato il generale - resta a rischio, come gli altri Paesi occidentali, anche se non ci sono evidenze o allarmi specifici .E la minaccia più preoccupante non è tanto quella di una cellula strutturata - di cui in Italia non ci sono evidenze - quanto quella del «lupo solitario», che è anche quella più difficilmente prevedibile. Soggetti, magari squilibrati, che si radicalizzano da soli anche solo per simulazione.

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