«Spionaggio», assicuratore 44enne finisce sui guai

È accusato di essersi introdotto nei locali del suo ex ufficio per ottenere informazioni commerciali sulla clientela

Anche nel settore assicurativo i clienti, specie di questi tempi, sono un bene prezioso. Talmente prezioso che un ex sub-agente di una nota compagnia, si sarebbe introdotto furtivamente negli uffici dove ormai non lavorava più per ottenere informazioni relative ai clienti, così da poter far loro offerte migliori e sottrarli alla concorrenza.

La vicenda è ora al centro di un processo che vede l'assicuratore, un 44enne residente in val di Sole, difeso d'ufficio dall'avvocato Luciano Piacente, accusato di violazione di domicilio e di accesso abusivo ad un sistema informatico. 

Per comprendere i termini della questione occorre fare un passo indietro e tornare al dicembre del 2013 quando l'odierno imputato lasciò il mandato con la compagnia per cui aveva operato come sub-agente in zona val di Sole proseguendo comunque la sua attività per altre compagnie. Al suo posto, negli stessi uffici, subentrò un altro agente a cui venne assegnato anche il portafoglio clienti. Fin qui si trattava di un normale avvicendamento.

La strada per l'assicuratore subentrato si dimostrò subito in salita a causa della perdita di una parte della clientela. Entro certi limiti il calo del volume d'affari poteva considerarsi fisiologico in quanto alcuni clienti potevano legittimamente aver deciso di rimanere con il loro agente di fiducia. Tuttavia nell'estate del 2014 - come ha spiegato al processo la parte offesa, costituita parte civile con l'avvocato Vanni Ceola - il nuovo sub-agente venne a sapere che il suo predecessore era stato visto entrare negli uffici di cui non doveva più avere le chiavi. Il mistero di quella strana "incursione" venne svelato poco tempo dopo. Nel computer dell'ufficio fu attivato un programma che, collegato alla webcam del pc, immortalava chi si sedeva davanti allo schermo come fosse una "fototrappola".

Secondo l'accusa, l'odierno imputato sarebbe penetrato illegalmente nell'ufficio in almeno due occasioni: il 3 settembre 2014 quando aveva consultato alcuni file del computer, e ancora la sera del 15 settembre quando oltre al computer l'assicuratore rivale avrebbe anche consultato dei documenti cartacei. 

Cosa cercava l'ex sub-agente in quello che ormai da tempo non era più il suo ufficio? La parte lesa nutre un legittimo sospetto: voleva acquisire informazioni di natura commerciale sulla clientela. Il dubbio è che l'imputato, sulla base dei dati acquisiti in modo fraudolento, abbia poi contattato i suoi ex clienti offrendo magari condizioni migliori così da portare via i clienti della sua ex compagnia. 

Spetta ora al giudice Marco La Ganga stabilire eventuali responsabilità di rilievo penale. Nei giorni scorsi, durante l'udienza dibattimentale, sono stati sentiti alcuni testi tra cui la parte lesa (che ora chiede il risarcimento per i danni subiti quantificati in 10 mila euro) e gli investigatori della polizia giudiziaria che hanno analizzato il computer e le immagini registrate. Immagini che rendono in salita la strada della difesa. Il processo proseguirà il 27 di maggio con discussione e, presumibilmente, la sentenza.

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