Sulla Diga di Val, fessure da monitorare

di Guido Smadelli

Sullo sbarramento realizzato in località Val per realizzare un bacino «sono state evidenziate una serie di fessurazioni, formatesi sul coronamento dell’opera di ritenuta». L’affermazione è contenuta in una delibera approvata in questi giorni dalla giunta comunale guidata da Fabrizio Borzaga, ed ovviamente sono state assunte le necessarie precauzioni.

L’opera è stata prevista una ventina d’anni fa dall’amministrazione all’epoca guidata dall’ex sindaco Gianni Seppi. In località Val esisteva un ampio biotopo, che il comune intendeva valorizzare; nel passato il Rio Freddo, a valle dall’abitato, formava anche un lago, come riportato dalle mappe dell’Atlas Tyrolensis del ‘700; la presenza di due specchi d’acqua risulta anche da documenti a firma del vescovo Gurk de Conti Thun, dello stesso secolo.

L’amministrazione aveva deciso di valorizzare l’area, avvalendosi dei finanziamenti del Patto territoriale dell’Alta Val di Non; dopo due lustri di progettazioni, sopralluoghi, iter burocratico e quant’altro, i lavori venivano avviati all’inizio di questo decennio, con l’obiettivo di riqualificare il biotopo esistente, e realizzare un bacino di oltre 2 ettari di superficie, grazie alla realizzazione di uno sbarramento di altezza 4 metri, largo sette. Nell’ipotesi originaria era previsto anche un piccolo bacino balneabile, poi lasciata cadere; rimane comunque la vasta area a prato per farsi la tintarella, ed ora è ultimata anche una palazzina servizi con bar e pasti veloci, centro informativo e punto di riferimento per visite didattiche guidate all’area.

Essendo stata realizzata una diga, seppure di dimensioni contenute, il Servizio prevenzione rischi della Provincia ha previsto una serie di interventi da effettuare per il monitoraggio ed il controllo dell’opera di ritenuta. In particolare, una serie di interventi con posizionamento di cippi per la verifica altimetrica, la misurazione ed il monitoraggio del piano altimetrico, ed una serie di misurazioni da effettuare a cadenza precisa, indicata da specifico cronoprogramma. Monitoraggio e controllo venivano affidato dalla giunta comunale allo studio Betti e Vialli di Trento, con delibera dello scorso 21 aprile.

A seguito di sopralluoghi effettuati dal Servizio prevenzione rischi provinciale è ora emersa l’esigenza di ulteriori interventi di monitoraggio dell’area, e della redazione di una perizia geotecnica da presentare entro il prossimo 30 settembre. In occasione di tali sopralluoghi sono state riscontrate infatti delle fessurazioni sul coronamento della diga: entro il 31 maggio è prevista la trasmissione agli uffici provinciali di una relazione tecnica che sulla base delle caratteristiche del corpo arginale ne valuti le deformazioni nel tempo; fino al 30 agosto, con cadenza bimestrale, dovranno essere effettuate le misure di monitoraggio dei piezometri posti in essere; necessario inoltre un monitoraggio visivo del coronamento fessurato, a cadenza settimanale.

Gli interventi richiesti devono essere eseguiti previa redazione di uno studio ed approfondimento geologico e geotecnico, che determini le cause del movimento; studio geologico che deve essere accompagnato da sondaggi geognostici, carotaggi, posizionamento di piezometri per misurare l’eventuale movimento delle fessurazioni.


Di qui gli incarichi affidati in questi giorni: a Paolo Murara di Pergine lo studio geologico e geotecnico per determinare le cause del fessuramento; a Geoland srl di Bolzano il sondaggio geognostico, il carotaggio, il posizionamento dei piezometri ed altro; al Servizio geologico provinciale le analisi e le prove geotecniche. Totale della spesa, oltre 15 mila euro. Con una precisazione esplicitata in delibera: qualora dalle verifiche emergano responsabilità dell’impresa costruttrice, del progettista e della direzione lavori, «il Comune si riserverà di rivalersi».

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