Tuenno, atomizzatore sabotato meleto avvelenato, raccolto distrutto

Definirla un’amara sorpresa è dire poco. Un pizzico di rabbia e tanta amarezza sono gli stati d’animo che stanno vivendo padre e figlio, titolari di un appezzamento di terreno nei pressi di Tuenno che quest’anno non andranno a coir.

Il motivo? Un sabotaggio, perché questo è accaduto, nei confronti della botte dell’atomizzatore usato per irrorare i meli.
L’episodio è raccontato da Valentino Bernhard. Di professione fanno tutt’altro e l’agricoltura è il loro secondo lavoro.

«L’atomizzatore - dice Valentino, figlio del proprietario del podere - era parcheggiato presso un cantiere edile in località Savena, come del resto facciamo sempre. La botte era piena dei prodotti che servono per le piante e mio padre era andato al Consorzio la scorsa settimana dove ci sono le vasche delle miscele per le mele con l’intenzione di portarlo nel campo nella mattinata di venerdì».

E così ha fatto. Venerdì verso le 6,30 è salito sul trattore e ha iniziato a irrorare con la miscela che aveva acquistato al Consorzio.
Pareva una giornata come tante di primavera quando le piante di melo sono in piena fioritura ma così non è stato.

«Poco dopo un’ora ha notato qualcosa di strano - racconta Valentino - i fiori dei meli sembravano appassire quasi di colpo: si piegavano su sé stessi e tanti cadevano per terra. Mio papà allora si è fermato ma intanto l’80 per cento delle piante era stato irrorato e tutte presentavano le stesse condizioni».

Sorpreso da quanto accaduto, l’agricoltore ha subito pensato a un errore nella preparazione della miscela da parte del Consorzio. «Mai avremo pensato a un atto deliberato nei nostri confronti» e invece al Consorzio confermano che nessun’altro agricoltore si era fatto vivo per segnalare una situazione simile e dunque qualcosa di strano era accaduto.

A questo punto, a padre e figlio non è rimasto che raccogliere quello che era rimasto nella botte dell’atomizzatore e portarlo a far analizzare. Una certezza c’è già: nella botte è stato aggiunto un additivo pericoloso per le piante. Di che tipo lo si saprà nei prossimi giorni.

«Siamo andati dai carabinieri per denunciare il fatto. Sospetti? Assolutamente no. Non abbiamo mai subìto dispetti o danni. Il trattore lo parcheggiamo da tempo nel cantiere che è una zona un po’ isolata. Il sabotaggio - aggiunge - dovrebbe essere stato nella notte tra mercoledì e giovedì».

Frattanto, il raccolto di quest’anno è andato distrutto. Per il futuro sembra esserci qualche speranza. Le piante, secondo una prima valutazione da parte degli esperti, potranno continuare a fare frutti ma rimane l’amarezza per il gesto.

«La nostra professione non è l’agricoltura per cui abbiamo interessi relativi nel settore - conclude il giovane - e non abbiamo fatto mai del male a nessuno. Dispiace vivere questi momenti perché rovinano i rapporti tra le persone. Se qualcuno ha dei problemi nei nostri confronti poteva venire a parlarci e non usare “vendette” di questo tipo».

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