Malosco, no all'asfalto sulla strada di Sedruna

400 firme per dire no alla pista ciclabile

di Alessandro Marchetti

In val di Non, si sa, il turismo è un aspetto non del tutto esplorato nelle sue enormi potenzialità. Tra le tante idee in circolazione per dare maggiore impulso al settore si parla spesso di piste ciclabili a portata di tutti, famiglie comprese. Così, anche in alta valle, si è pensato di chiudere il cerchio e collegare la ciclabile in zona «Pradiei» con il Passo della Mendola, prevedendo la messa in asfalto di un percorso di circa 20 chilometri.

Un progetto approvato dall’Agenzia provinciale opere pubbliche, con determinazione numero 72, il 17 dicembre 2015 e che prevede uno stanziamento di fondi pubblici per 1.840.000 euro. Lavoro, turismo, sviluppo e investimenti: tutto bene, dunque? Assolutamente no, almeno per il comitato «Par la strada de Sedruna» formato da Piera Zinelli, Laura Battisti, Mirella Larcher e Marco Gius e per le oltre quattrocento firme raccolte in meno di dieci giorni tra residenti, villeggianti abituali e operatori turistici della zona. Tutti insieme per dire «no, la strada di Sedruna non va asfaltata».

Ma andiamo con ordine: questo tratto di circa quattro chilometri, previsto all’interno del futuro percorso ciclabile, collega Malosco con il lago Smeraldo. Si tratta di una strada forestale risalente a quattrocento anni fa, oggi utilizzata per il recupero del legname e per piacevoli passeggiate, escursioni a cavallo o scampagnate in mountain bike grazie, soprattutto, alle dolci pendenze che la caratterizzano. Insomma, un bel prodotto da vendere ma anche da preservare.

«Asfaltare questa strada – dicono i promotori del comitato – avrebbe un grosso impatto ambientale considerando che il tragitto si trova completamente immerso nel bosco. Inoltre l’asfalto porterebbe i ciclisti a correre con velocità maggiori mettendo in pericolo la sicurezza dei tanti pedoni che frequentano la strada, in particolar modo gli anziani. Se poi pensiamo che il percorso si trova in una zona soggetta a forti gelate, spesso ricoperta da rami, pigne e fogliame, si rischierebbe di avere un asfalto viscido e pericoloso oltre che distrutto dagli agenti atmosferici. Chi si occuperebbe, dunque, della manutenzione con tutti i costi che ne conseguono?».

Ma il comitato, di per sé, non è contrario alla ciclabile: «A Malosco esistono percorsi alternativi già asfaltati senza dover intaccare per forza la Sedruna la quale andrebbe, invece, risistemata e mantenuta come percorso pedonale». E la politica, in tutto questo, che fa? «Abbiamo depositato le firme presso gli uffici preposti chiedendo più volte all’assessore Gilmozzi un confronto pubblico, ma finora non abbiamo ricevuto risposta».

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