Baite bruciate alla Mendola «Non ci facciamo intimidire»

«Non accettiamo intimidazioni da nessuno, decideremo a tempo debito e nel solo interesse del Comune». Il sindaco di Cavareno, Gilberto Zani, è furioso e non usa mezzi termini contro il piromane che mercoledì sera ha incendiato tre baite a Passo Mendola.

«Quando pensi di essere il “batman” della situazione e ti fai prendere la mano, il rischio di degenerare è elevato - dice il sindaco -. Chi fa queste cose non immagina i rischi e le conseguenze che corre: se viene beccato, tra penale, civile e tutto il resto, finirà in ginocchio».

Vi sono pochi dubbi che sia la stessa mano che ha già colpito nel 2012, prendendo di mira, con quelle di mercoledì, sedici casette-vacanza abusive costruite decenni fa su territorio del comune di Cavareno. «Mettendo in pericolo anche la pubblica incolumità - continua Zani -; tutte le baite hanno al loro interno delle bombole di gas: ne sono già saltate due, e anni fa le fiamme hanno intaccato anche il pilone della seggiovia. Senza contare la vegetazione secca che c’è tutt’intorno».

Una vicenda, quella delle baite abusive, che risale a 50 anni fa: al 1977 quando lungo la strada bianca che dal passo s’inoltra nel bosco vennero costruiti i capanni per la fienagione, poi diventati casette. Un centinaio, su suolo privato, sono state sanate. Su suolo comunale, invece, nel 2012 ne restavano 25 da recuperare. E 35 sul territorio di Caldaro, anche lì su beni demaniali, in parte sanate con il Comune che ha affittato i terreni ai privati.

«Il discorso è stato affrontato in consiglio comunale e più di una volta - spiega il sindaco -, stiamo valutando ogni opzione per uscire da questa impasse. Ma non è semplice: non basta che a decidere sia il Comune, c’è tutta una sequenza di responsabilità, di meccanismi di autorizzazione che prevedono la sussistenza di determinati requisiti». Le baite di cui si parla sono tutte di proprietà di persone altoatesine che trasformarono i ripari per la fienagione in capanni poi diventati casette... «Non vuol dir nulla! Magari il piromane ragiona con questa logica etnica, ma noi non lo faremo mai. Decideremo in piena libertà e a tempo debito. Siamo in mezzo ad un guado, e ognuno ha le sue responsabilità. Vi sono diverse opzioni, ma le idee vanno condivise e deliberate dal consiglio comunale».

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