"Se arrivano i profughi, chiudiamo i conti alla Rurale"

Brez, 180 firme contro l'ospitalità data dalla Cassa

di Guido Smadelli

Centottanta firme per dire no all’arrivo di profughi. E il progetto della Cassa Rurale Novella e Alta Anaunia va a monte: già era stato raggiunto l’accordo tra cooperativa di credito e Provincia per ospitare dei profughi nell’ex convento dei frati di Arsio, che fino a pochi mesi fa aveva ospitato gli alunni delle scuole elementari di Cloz e Brez, in attesa della ristrutturazione del plesso titolare.

Un enorme edificio, già scuola superiore, oltre che convento, dotato di stanze, servizi, mensa e quant’altro; ma tra le comunità di Cloz e Brez era stata avviata una raccolta di firme, con la minaccia: se arrivano i profughi, chiudiamo i nostri conti correnti alla Cassa Rurale.

Un fatto passato sotto silenzio, ma ora riemerso. «Purtroppo è andata così», ammette il presidente Alessandro Bertagnolli. «Un fatto che ci ha amareggiato, e che per noi non significava incassare 100 mila euro per l’affitto, a questo erano legati ulteriori progetti, che avrebbero avuto ricadute positive. La nostra disponibilità c’era, ospitare quei profughi avrebbe garantito un futuro alla struttura, l’accordo era sul lungo periodo. Chi ha detto no avrà modo di riflettere».

Quanto avvenuto è stato duramente criticato dal parroco padre Placido Percali, nella messa di domenica, che nei confronti di chi ha firmato quella petizione ha usato toni assai duri. «Importante è però capire che quelle persone sono una parte minoritaria delle nostre comunità - afferma padre Placido - Tante persone erano pronte a dare una mano, tante persone si sono mosse spontaneamente quando dei profughi erano ospitati a Castelfondo, quindi non bisogna confondere l’iniziativa di un gruppo con il pensiero di un’intera comunità. Sono stato via per mesi, causa una malattia, al ritorno ho saputo di questa vicenda, che mi ha profondamente amareggiato. Così in chiesa ho espresso l’opinione di molti parrocchiani. L’accoglienza è un aspetto della pace, dobbiamo accettare posizioni diverse, la presenza di stranieri profughi è anche educativa per i nostri figli».

Pensare poi che nella vicina Castelfondo, a due passi da Brez, c’è stata l’esperienza positiva di presenza di richiedenti asilo, all’ostello della gioventù “Madonna della pace”. Curiosamente, quando tutto si è concluso (Emanuela Fait, direttrice dell’ostello della gioventù di Trento, era in scadenza di contratto di gestione), a Trento è stato detto che Castelfondo mica andava bene, essendo zona di montagna. Intanto, come alternativa, un centro per l’accoglienza di profughi è stato istituito alle Viote, sul Bondone, località rinomata per essere luogo di pianura…

La gara d’appalto per l’ospitalità di richiedenti asilo politico è andata deserta, i pasti sono stati appaltati a 14 euro al giorno, somma cui per l’Hotel Quercia di Rovereto si aggiungono 10 euro in più. A Castelfondo, a Brez, i costi erano inferiori, e quanto sarebbe stato offerto agli ospiti era molto di più.

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