Fusioni, ecco come cambia la geografia della val di Non

di Guido Smadelli

Con le ultime tre fusioni decise dal voto degli elettori domenica, il numero di comuni della valle di Non si riduce ulteriormente: solo un anno fa erano 38, dall'1 gennaio 2016 saranno «solo» 29. Con la promozione dei nuovi tre comuni, «Ville d'Anaunia» che unisce Tuenno, Tassullo e Nanno, «Contà» che accorpa Cunevo, Flavon e Terres, e «Amblar-Don» nato dall'unione tra i due comuni più piccoli del panorama anaune, cambiano anche le gerarchie socio territoriali.


«Ville d'Anaunia» diventa il terzo comune della valle, per popolazione: già Tuenno da solo occupava la terza posizione alle spalle di Cles e Predaia, con i suoi oltre 2.400 abitanti, e Tassullo che sfiora i 2 mila era in quarta posizione; il nuovo ente conterà 4.918 abitanti, e si piazza tra i più estesi dell'intera provincia con oltre 88 chilometri quadrati di territorio, all'80% ricadenti sul comune di Tuenno. Questo è il comune dove l'affluenza alle urne è stata la più bassa della valle: solo il 54,59%, con stragrande maggioranza di sì, ma neanche a Tassullo ci si è scomodati troppo, al voto ha partecipato il 57,39% dell'elettorato. «Ville d'Anaunia» sarà amministrato da 18 consiglieri, contro i 42 attuali; c'è da scommettere fin d'ora che tra un anno, per la conquista degli scranni, non saranno in corsa solo liste civiche come da tradizione, ma arriveranno i partiti, magari camuffati da lista civica.


Più a valle, il «Comune di Contà»: nato dalla fusione di Cunevo, Flavon e Terres, i primi due paesi da circa 500 abitanti, il terzo da soli 300, compresi nel gruppone di microrealtà che in valle stazionavano tra il 25' ed il 33' posto, per consistenza anagrafica. Il nuovo comune conta 1.425 abitanti; e diventa il 6' comune di valle, per numero di residenti, alle spalle di Cles, Predaia, Ville d'Anaunia, Campodenno e Fondo. Il territorio di competenza è di 19,51 chilometri quadrati; dai 36 consiglieri attuali si passa ai 15 futuri. Mentre nei comuni chiamati al voto si è superato ovunque l'80% dei «sì» alla fusione, in questa si conta un dato meno consistente di favorevoli a Flavon, dove i favorevoli sono «solo» il 67,99%, contro il quasi 90% degli altri due centri. Qui d'altronde era evidente un «disagio» per la fusione, manifestato anche nella serata conclusiva da qualche partecipante all'incontro, e dallo stesso sindaco Emiliano Tamè che non aveva nascosto qualche perplessità, pur affermandosi convinto che dalla fusioni avrebbero potuto originarsi dei vantaggi per la comunità.


Infine, i «baby»: il nuovo comune di «Amblar-Don», paesini che fino agli anni '60 erano quasi «tagliati fuori» dalla valle da una viabilità poco praticabile, tanto da originare il detto «a Don e Amblar no se va / se non se gà da nar». Piccoli centri, che occupavano gli ultimi due posti in classifica, per abitanti; poco sopra i 200 Amblar, appena più su Don. Unendo le forze nasce un comune da 502 abitanti, da due centri che già condividevano tutto: l'impiegato comunale al mattino a Don ed al pomeriggio ad Amblar, il segretario, ed addirittura il coro parrocchiale... Unendosi, Don e Amblar balzano in alto, verso il 20' posto, lasciandosi alle spalle ben 8 comuni, la maglia nera ora passa sulle spalle di Bresimo, e tra i più piccini ci sono anche Malosco e Ronzone, che la fusione l'avevano tentata nell'AltAnaunia, fallita per i 3 voti contro di troppo espressi a Malosco. Oltre che Dambel, Ruffrè-Mendola, Cagnò, Sfruz e Cis, tutti sotto i 500 abitanti.
Le amministrazioni degli otto comuni andati al voto restno in carica fino al 31 dicembre. L'1 gennaio nei tre nuovi enti arriva il commissario, in attesa delle elezioni della prossima primavera.

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