Grandine in Val di Non, danneggiata la metà dei frutteti

di Andrea Bergamo

Sono terribili gli effetti della tempesta che nella tarda serata di giovedì si è abbattuta sulla val di Non. Ieri mattina è iniziata la conta dei danni che - secondo il presidente del Consorzio di difesa dei produttori agricoli (Codipra) Giorgio Gaiardelli - riguarderebbero «circa metà del territorio di competenza del consorzio Melinda». La zona maggiormente interessata dalla grandinata è quella del centro valle, con Tassullo, Pavillo e Nanno sulla destra orografica del Noce, e Dermulo, Segno, Coredo e Tres sulla sinistra. I chicchi di ghiaccio, che sono scesi copiosi per una decina di minuti, hanno picchiato forte anche nella zona del Contà, oltre che a Denno, Toss e Vigo di Ton. Qualche chicco di grandine è arrivato pure a Livo, dove però la situazione appare decisamente meno drammatica.

«Un disastro» mormorano i frutticoltori. Il numero uno di Melinda, Michele Odorizzi , conferma che gli ettari coltivati dove la grandine ha lasciato il segno (con un'intensità diversa da zona a zona) sono migliaia, ma al momento sarebbe prematuro fare una stima dei danni alle colture: «Aspettiamo almeno 48 ore dall'evento per capire meglio la situazione, quando avrà smesso di piovere e sarà tornato il sole. Speriamo solo che la situazione non sia davvero grave come appare al momento». 

In questo periodo, le mele hanno raggiunto un diametro di appena 16-17 millimetri, ma le foglie non sono bastate per ripararle. Tanto che su qualche frutto si possono contare anche più di dieci ammaccature. La grandine aveva una dimensione compresa tra un centimetro e un centimetro e mezzo, e l'effetto del suo arrivo è ora sotto gli occhi di tutti.

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