Scoprire le pietre incise con «Val di Sole antica»

di Fabrizio Torchio

A monte di Terzolas hanno rinvenuto il «masso delle croci», una grande pietra con una sessantina di incisioni: dalle coppelle a vari simboli cruciformi. E massi coppellati sono stati scoperti sopra Arnago, dopo che ai Masi da Mont (Deggiano) era stato trovato un monolite inciso, ma anche più in quota, come nei pressi del Lago Corvo, dove è stato identificato un masso con evidenti coppelle. Ancora, sempre in Val di Rabbi, a Cavallar è stata rinvenuta un'altra roccia coppellata, ossia incavata da ciò che gli esperti definiscono arte rupestre «schematica», a sottolinearne il carattere non figurativo.

Le scoperte, la ricerca sul campo ma anche l'approfondimento di siti già noti - descritti da studiosi e appassionati a partire dall'Ottocento - sono tutti temi di cui si occupa con impegno un'associazione nata da circa cinque anni, «Val di Sole antica», che oltre a segnalare alla Soprintendenza i ritrovamenti, organizza conferenze, promuove studi, escursioni e visite.

«Siamo tutti volontari, appassionati di storia, e ci occupiamo di ricerche sul territorio anche per valorizzare quello che in Val di Sole, a livello archeologico, non è valorizzato», ci spiega il presidente dell'associazione Luca Webber . «La Val di Sole - osserva - ha un bel patrimonio culturale che va dalla preistoria all'alto medioevo e in questi ultimi due anni ci siamo concentrati sui massi coppellati, un fenomeno diffuso nel mondo, un antico linguaggio non ancora definito. Il Centro studi per la Val di Sole ha fatto un gran lavoro di catalogazione e ricerca, noi siamo andati a ritrovare questi massi e abbiamo anche avuto la fortuna di scoprirne di nuovi, mai segnalati, molto interessanti. L'anno scorso, ad esempio, visitando una pietra conosciuta, abbiamo scoperto il masso con quaranta incisioni di croci a Terzolas».

Quando si parla di massi coppellati, ci spiega Fabio Cavulli dell'Università di Trento (autore di svariate ricerche e contributi), l'arco cronologico si estende a partire dal Paleolitico, con una maggiore attestazione che si è propensi a collocare nell'età del Bronzo e con un'estensione a tempi più recenti, anche medioevali. Il fenomeno viene tuttavia considerato di difficile interpretazione a partire dalla funzionalità stessa delle incisioni, al possibile legame con il territorio e, non ultima, alla difficoltà di datazione, possibile nei casi di depositi archeologici, come il masso con coppelle rinvenuto ai Montesei di Serso non lontano da Pergine (età del Ferro). Sono numerosissime, peraltro, le ipotesi avanzate dagli studiosi sui possibili significati delle coppelle, dai segni confinari ai simbolismi legati al culto, da contenitori a «tracce» lasciate dai pastori. In regione, l'areale distributivo comprende, oltre alla Val di Sole, la zona tra Fiemme, Cembra, Piné e Valsugana, Val Venosta, Val d'Isarco. Sembrano prevalere le incisioni su scisti, micascisti e porfidi. 

Oltre a studiare e a catalogare le incisioni rupestri, l'associazione «Val di Sole antica» porta avanti un'attività divulgativa e di valorizzazione. Come a San Giacomo di Caldes, dove con il Comune lavora ad un percorso dei cinque massi coppellati che dovrebbe essere terminato nel corso dell'anno. I soci, una ventina, si ritrovano periodicamente alla biblioteca di Dimaro. Gli incontri sono serali (ore 21), il prossimo è in programma venerdì 23 gennaio. 

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