Grande Guerra: nel menù c'è il rancio del soldato

A Vermiglio e al Tonale si può «assaggiare la storia». Fino al 31 agosto, nei ristoranti e nei rifugi del Comune dell’alta Valle di Sole si potrà mangiare il rancio militare

di Lorena Stablum

Forte Pozzi AltiA Vermiglio e al Tonale si può «assaggiare la storia». Fino al 31 agosto, nei ristoranti e nei rifugi del Comune dell’alta Valle di Sole si potrà mangiare il rancio militare. Per tutto il periodo, infatti, i ristoratori proporranno il proprio menù di guerra. Cibi semplici e umili pietanze, cioè, che si ispireranno agli ingredienti usati dagli eserciti coinvolti nel conflitto e ai nomi di quei posti dove la guerra ha lasciato il segno del proprio passaggio.

«Rancio - Cucine di Guerra» è l’idea promossa dall’amministrazione comunale di Vermiglio in collaborazione con i ristoratori in occasione del centenario dello scoppio della Grande Guerra. L’iniziativa si pone il duplice fine di riscoprire le antiche ricette e gli alimenti attinenti al rancio militare e di promuovere la conoscenza dei numerosi siti lasciati dalla Prima Guerra Mondiale nel territorio di Vermiglio.


Sette i menù proposti come sette sono i luoghi abbinati ai piatti. Ecco, quindi, che al costo di 13 euro si potrà degustare il piatto Forte Zaccarana, composto da «supa», uova e pancetta, casolét e confettura di mele, o il piatto Forte Velon, che presenta il cotechino accompagnato da «verzi morti», formai alla piastra e patate «rostide», o ancora il piatto Caserme di Strino, che offre al palato «tortei de patate» con marmellata di mirtillo, «formai» alla piastra e «caren fumegada».


Non mancherà il richiamo al Forte Pozzi Alti (nella foto) - il piatto si compone di gulasch, canederli e fagioli con radicchio dell’orso -, o agli Stoi di Velon, le gallerie che al tempo di guerra erano adibite a deposito e ricovero dei pezzi di artiglieria di campagna presenti a ridosso delle prime linee (minestra di patate grasse, stracotto di manzo e cicorietta), o a Forte Mero (canederli, würstel e crauti) e, naturalmente, a Forte Strino (minestra «de fregoloti» e spezzatino misto). Anche la Galleria Paradiso avrà un piatto ad essa dedicato (stinco di maiale con patate e verdure lesse). Ad accompagnare i menù una brochure illustrativa dove si potranno reperire le prime informazioni storiche sui manufatti di guerra.


Il Comune di Vermiglio, si sa, è ricco di testimonianze belliche. Il più conosciuto è Forte Strino, che dall’alto sorveglia l’ampia curva che compie la strada del Tonale presso il ponte sul Rio Strino, ma disseminate sul territorio vi sono molte altre vestigia, spesso sconosciute o quasi.
Da qui l’idea di valorizzare attraverso il cibo quello che generalmente è chiamato il paesaggio fortificato del Tonale.
Il progetto, che vuole diventare un appuntamento fisso e ha l’ambizione di organizzare in futuro convegni e occasioni di approfondimento sulla storia dell’alimentazione, partendo proprio da quella di guerra, sarà anche il punto di partenza per un rilancio turistico dell’Alta Valle di Sole e offrirà l’occasione per conoscere posti molto belli, inseriti in contesti ambientali e naturalistici pressoché incontaminati.

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