Yanez Borella, con la e-bike da Fai della Paganella a Pechino sono «solo» 12 mila chilometri

Sono «solo» 12 mila chilometri

Al rintocco delle campane di mezzogiorno, l'altroieri Yanez Borella è montato sul sellino della bici ed è partito per la Cina. Un viaggio di 12.208 chilometri con un dislivello di oltre 250.000 metri, da Fai della Paganella fino a Xi’an, la grande città capoluogo della provincia di Shaanxi, nella Cina del Nord. Lo accompagnerà l’amico valtellinese Giacomo Meneghello, che è partito da Livigno giovedì mattina per unirsi a Borella nel primo pomeriggio di ieri, a Mezzolombardo. Ieri i due sono partiti da Moena, dove hanno fatto tappa, per scalare la Marmolada e sconfinare nel Bellunese.

A salutare la partenza di Borella, a Fai è accorsa tanta gente: dal sindaco e presidente della Comunità Paganella, Gabriele Tonidandel, che ha rivolto l’augurio al proprio concittadino a nome dell’intera popolazione dell’altopiano, fino ai vertici di Apt, Consorzio Skipass, Consorzio Fai vacanze e tutti gli operatori turistici che hanno contribuito a finanziare la sua impresa, a cominciare dall’hotel Panorama di Fai.

Lasciamo a Yanez, quarantenne di Fai che lavora sugli impianti di risalita ed è maestro di snowboard, raccontare come gli è balzata l’idea di raggiungere la Cina in bici. «Lo scorso anno ero in Perù a disputare una corsa in montagna e, assieme all’amico Giacomo Meneghello, ho detto: mi piacerebbe festeggiare il mio compleanno, che cade il 20 di giugno, a Samarcanda. Poi, invece, affascinato dal viaggio di Marco Polo ho pensato alla Cina. E così, da un anno, sto preparato questa spedizione che durerà cento giorni, frazionando il percorso il 65 tappe».

I due escursionisti si sono fatti costruire un carrello che rimorchieranno con le loro bici elettriche per l’intero tracciato: il carrello pesa 90 chilogrammi e lo sportello è costituito da un pannello fotovoltaico per la ricarica delle batterie delle bici. All’interno del carrello, oltre alla tenda da campo, sacco a pelo e serbatoio dell’acqua, c’è l’inverter del pannello fotovoltaico (che pesa assai) e ogni cosa possa servire per le situazioni d’emergenza; naturalmente, anche una cassetta di pronto soccorso e una con gli attrezzi per manutenzione e riparazioni delle due E-bike. Persino l’attrezzatura per lo sci alpinismo che i due intendono utilizzare quando arriveranno sulle catene montuose del Tagikistan, raggiungendo la Cima Lenin a quota 7.134 metri!

I due avventurieri correranno per sostenere l’Admo, l’associazione di donatori del midollo osseo, ma anche per portare il nome della Valtellina e della Paganella nell’estremo Oriente. Yanez non teme aggressioni o altre brutte sorprese lungo il suo viaggio: «L’unica cosa che mi fa paura è il mio rimorchio. Non abbiamo avuto tempo per collaudarlo e non vorrei che, sulle strade sterrate, subisse delle gravi rotture rallentando così la nostra tabella di marcia. Poi, confido nel sole: all’ombra o con la pioggia non potremo ricaricare i pannelli fotovoltaici».

Ad incitarlo, alla partenza, c’è anche la sua compagna, Roberta Bagotto di Schio. Lei è serena e felice di condividere questo momento emozionante con l’amore della sua vita: «Da bambina venivo qui in vacanza ed ho conosciuto Yanez. Abbiamo sempre mantenuto i contatti ed era inevitabile che c’innamorassimo. Sono felice perché so che questo era il sogno della sua vita. L’aspetterò ad Istanbul, dove ho già prenotato il mio soggiorno dall’1 al 5 maggio».

Non teme che possa succedergli qualche imprevisto? «No. E’ un uomo dalle mille risorse e quando è convinto di riuscire in qualcosa, raggiunge sempre il suo scopo». Le due E-bike, equipaggiate con navigatore, bussole, altimetro e vari strumenti satellitari, sono state fornite dalla Gs Solution di Torino, con batterie che garantiscono un’autonomia di 600 chilometri.

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