"Nessun dottore si è fatto avanti per il servizio di guardia medica"

Erano piuttosto delusi i sindaci dell’altopiano, accompagnati dalla presidente dell’Apt, Anna Donini e dai rappresentanti degli albergatori e dei consorzi turistici, alla fine dell’incontro in Provincia con il governatore Maurizio Fugatti, gli assessori Stefania Segnana (salute) e Roberto Failoni (turismo), il direttore Paolo Bordon e altri dirigenti dell’Apss, tra i quali la responsabile del Distretto sanitario Ovest, Daniela Zanon.
La riunione di ieri mattina è stata convocata per trovare una soluzione alla mancanza di una guardia medica notturna, dopo la preoccupazione espressa dai sindaci e dagli operatori turistici in vista delle imminenti festività natalizie che accoglieranno più di trentamila turisti nelle strutture ricettive dell’altopiano. Ai cinque sindaci dell’altopiano (Alberto Perli per Andalo, Luigi Nicolussi per Molveno, Gabriele Tonidandel per Fai, Silvano Daldoss per Cavedago, mentre per Spormaggiore il sindaco Mirco Pomarolli ha delegato come suo rappresentante Arduino Zeni), i dirigenti dell’Azienda sanitaria hanno spiegato che non è stata riscontrata alcuna disponibilità per coprire l’incarico stagionale di guardia medica, nonostante tale figura sia ritenuta indispensabile per garantire un servizio adeguato non solo ai residenti, ma pure ai turisti. Oltre ad assicurare l’assistenza sanitaria ai cittadini, che è un loro diritto e un dovere per la pubblica amministrazione, i sindaci hanno rivendicato, soprattutto, il riflesso negativo sul turismo: inutile fregiarsi di essere una provincia organizzata al meglio quando i servizi indispensabili, come l’assistenza medica di notte, non esistono.
Dal canto loro i dirigenti dell’Azienda sanitaria hanno ricordato che il numero dei pazienti è assai scarso: lo scorso anno, nel tre mesi da dicembre a febbraio, gli accessi alla guardia medica sono stati appena 170 e, statistiche alla mano, non appare così indispensabile. I sindaci hanno contestato il metodo aritmetico per organizzare la sanità sul territorio ed hanno chiesto di portare anche i numeri di ingressi notturni al Pronto soccorso di pazienti che arrivano dalla Paganella poiché, da quando è stato soppresso il servizio per tutto l’anno della guardia medica, la gente è sfiduciata e di notte si rivolge direttamente agli ospedali di zona.
Per il governatore Fugatti, i numeri hanno poco a che vedere con la sanità; Cavalese lo insegna. Ed ha lasciato intendere che se l’Apss valuta i numeri, gli amministratori pubblici valutano, invece, le esigenze della gente a cui devono garantire un servizio efficiente. Però, se non si trovano medici, la colpa non è di nessuno. Il motivo? Semplice: a quale medico conviene perdere altre opportunità professionali per fare una stagione di soli tre mesi in Paganella? Ecco, allora, che i sindaci sono tornati sulla loro proposta di impiegare nel servizio i novanta medici neolaureati che frequentano la Scuola di specializzazione, finanziata dalla Provincia. Fugatti ha risposto che è necessario attendere l’approvazione del decreto sulla semplificazione, in discussione in questi giorni a Roma, nel quale è previsto di poter modificare anche l’attuale normativa che impedisce ai medici della Scuola di svolgere servizio in Trentino. Però i tempi stringono, Natale è alle porte e i primi turisti sono già arrivati. La presidente dell’Apt, Anna Donini, ha ricordato che la prima cosa chiesta dai turisti, quando prenotano la loro vacanza, è la garanzia dell’assistenza sanitaria. Se poi si tratta di numeri ed è una mera questione di soldi, la delegazione dell’altopiano si è offerta di collaborare con Apss mettendo a disposizione appartamenti ed altre strutture per i medici e, attraverso i consorzi turistici, contribuire alla spesa.
L’Azienda sanitaria ha risposto che non si tratta di soldi, bensì di non riuscire a trovare personale disposto ad accettare l’incarico stagionale. L’Azienda farà sapere qualcosa nei prossimi giorni, sperando di trovare una soluzione prima di Natale: Ma i sindaci hanno manifestato la loro profonda preoccupazione per la mancanza di un servizio che penalizzerà fortemente gli abitanti della Paganella e che si rifletterà negativamente anche sul profilo turistico ed economico dell’altopiano.

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