Cicloavvia della Val di Cembra 200 mila euro per il progetto

Primi passi concreti, di quelli per intenderci che comportano esborso di denaro, per la «Cicloavvia» della Val di Cembra. Dopo un’elaborazione di massima dell’idea di ciclabile di valle curata da vari professionisti locali sotto la regia della Comunità della Val di Cembra e una serie di incontri sul territorio svoltisi lo scorso anno per illustrarla alla popolazione, entro quest’estate si conta di avere in mano il progetto preliminare dell’opera.
«Allo scopo - spiega il presidente della Comunità, Simone Santuari  - sono stati riservati dai Comuni 200 mila euro sul Fondo strategico territoriale».
Sui modi in cui l’incarico e quindi i soldi verranno assegnati, Santuari ancora non si sbilancia: «Dobbiamo raccogliere un po’ le idee e vedere anzitutto le tipologie di professionisti da coinvolgere: visti gli ambiti su cui si andrà a lavorare penso a ingegneri e geologi, ma lo spettro potrebbe essere più ampio. A metà febbraio abbiamo l’assemblea della Comunità e dopo di quella ci concentreremo su questo passaggio». 
 
Rispetto a quanto già «sbozzato» nel lavoro di equipe preventivo oggetto delle serate di presentazione tenutesi in vari Comuni nel corso del 2017, il preliminare sarà qualcosa di molto più dettagliato, frutto di rilievi tecnici e valutazioni economiche più approfondite. «Riguarderà l’intero percorso che ci piacerebbe realizzare su entrambe le sponde della valle, con i relativi collegamenti previsti - precisa Santuari -. Successivamente però l’opera (per la quale si stima una spesa complessiva di 15 milioni di euro, ndr)andrà realizzata per lotti funzionali, ossia dando senso compiuto - ad esempio collegando un paese ad un altro - alle singole tratte che di volta in volta si deciderà di affrontare».
Il tracciato della Cicloavvia cercherà di sfruttare al massimo percorsi esistenti, dalle strade forestali a quelle agricole, ma è evidente che qualche nuovo segmento andrà realizzato. Parlando di percorsi, l’affascinante tema della Cicloavvia diventa subito molto delicato perché va a toccare interessi preesistenti che chiedono di essere tutelati.  
 
Fra quanti hanno voluto mettere subito le carte in chiaro (le prime osservazioni sono state depositate il 10 aprile dello scorso anno) ci sono gli agricoltori del Comune di Giovo, che attraverso i loro rappresentanti Sergio Damaggio (Coldiretti) e Beniamino Franch (A.C.T) hanno fatto pervenire una lettera al presidente della Comunità Santuari, per chiedere di poter avere voce in capitolo sulle scelte del tracciato che non potrà prescidere dall’utilizzo di strade interpoderali: «Avremmo il piacere di essere coinvolti nelle fasi progettuali e decisionali per dare il nostro contributo in merito alla realizzazione dell’opera - scrivono i rappresentanti dei contadini -. Siamo certi che la nostra partecipazione a questo tavolo di lavoro possa essere un contributo necessario affinché questa realizzazione sia accettata da tutti e per evitare malumori. Infatti, già numerosi agricoltori e frontisti si sono rivolti a noi manifestando forti preoccupazioni per i numerosi vincoli che essa comporterebbe».  
 
Santuari ha chiara la questione e getta acqua sul fuoco: «Ho già avuto modo di confrontarmi con Damaggio e Franch: ho detto loro che per il tratto Giovo-Lavis al momento ci sono solo delle ipotesi di lavoro molto sfumate. La situazione è più complessa rispetto al tracciato ipotizzato da Molina fino a Ceola e questo per due motivi: il primo la presenza da lì in giù di coltivazioni sia a valle che a monte della strada statale; il secondo la necessità di coinvolgere il Comune di Lavis, che non fa parte della nostra Comunità di valle. Comprendo il timore dei contadini rispetto all’uso promiscuo bici-mezzi agricoli che potrà verificarsi, ma sono certo che ascoltandoci reciprocamente non sarà difficile trovare buone soluzioni di compromesso».

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