Lona Lases, il Comune resiste alla richiesta di danni

Dopo alcune settimane necessarie a prendere in mano, una per una, le questioni lasciate aperte dalle dimissioni del sindaco Marco Casagranda e di quel che restava della sua amministrazione (dopo l’uscita di scena di quasi la metà dei consiglieri), il commissario straordinario del Comune di Lona Lases, Ivo Ceolan, ha approvato a fine dicembre una serie di importanti delibere, relative al settore del porfido.
 
La prima riguarda la decisione di costituirsi in giudizio nella causa civile per risarcimento danni riassunta dall’Asuc di Miola (con quelle di Vigo e Baselga) nei confronti dei Comuni di Baselga di Pinè e Lona Lases. Rimasta in sospeso dal 2010 in attesa della definizione della vertenza relativa alla proprietà dei lotti cava che compongono la p.f. 2454/2, risolta all’inizio del 2017 dal commissario per la liquidazione degli usi civici pro Asuc, la causa è stata riavviata chiedendo ai due enti locali un risarcimento di 2.489.745,34 euro o di quanto stabilirà il giudice.
Il Comune di Lona Lases sarebbe chiamato, nel caso di sentenza favorevole alle Asuc, a pagare circa il 14% dell’ammontare del risarcimento, in ipotesi 353.045,88 euro. Evidenziando che in tutti i gradi di giudizio le sentenze si sono chiuse disponendo l’integrale compensazione delle spese, il commissario straordinario ha deciso quindi di costituirsi in giudizio, affiddando ilo patrocinio all’avvocato Sergio D’Amato (lo stesso legale cui si è affidato il Comune di Baselga di Pinè), per un compenso totale di 10.890,87 euro. 
 
Un’altra delibera importante riguarda il Monte Gorsa, sottoposto a monitoraggio continuo per via del movimento franoso che, tra marzo e maggio 2017, ha costretto a chiudere per due volte la strada provinciale tra Lases e Albiano. Il dottor Ceolan ha approvato il progetto sovracomunale di coltivazione delle aree sommitali, su cui aveva espresso parere favorevole, a metà luglio, il Comitato tecnico interdisciplinare della Provincia. 
L’intervento prevede l’alleggerimento del versante in modo da conferire allo stesso un’inclinazione media di 34 gradi, per consentire la ripresa o la continuazione dell’attività estrattiva alle quote più basse, salvaguardando l’occupazione messa a dura prova anche da questo evento. Intanto i monitoraggi, che dovranno proseguire anche nel 2018, solo negli ultimi due mesi del 2017 sono costati la bellezza di 11.656,76 euro, come si evince da un’altra delibera di liquidazione della spesa alla ditta e ai professionisti incaricati.
 
Ma anche un’altra area dovrà essere sistemata: si tratta di quella in località Pianacci. La giunta comunale guidata da Marco Casagranda, il 9 agosto 2017 aveva incaricato l’ing. Daniele Sartorelli di Pergine di redigere il progetto di bonifica dei gradoni del lotto 3 e del lotto ex 6-7, per renderli di nuovo appaltabili. Ma il progetto, sottoposto al Comitato tecnico interdisciplinare cave, ha rilevato parecchi punti critici che comportano il «rischio di una coltivazione a mozziconi da parte di più ditte in attesa del macrolotto o dei macrolotti» imposti dalla legge di settore; e a questo risultato porterebbe il fatto che il Comune non ha definito i rapporti con le ditte che hanno già operato nell’area di Pianacci e le cui concessioni sono scadute o sono state revocate, detenendo ancora varie fideiussioni «senza che finora sia stato effettuato un controllo tra lo stato attuale dei luoghi di cava e quanto previsto nei rispettivi progetti di coltivazione, controllo che è indispensabile per liberare l’area da qualsiasi vincolo del passato», si legge nella delibera. 
Di qui la decisione di integrare l’incarico all’ing. Sartorelli, dandogli mandato proprio di effettuare queste verifiche, per individuare «eventuali differenze e/o difformità rispetto agli obblighi stabiliti dalle concessioni stesse».

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