No profughi, in paese non c'è posto

di Antonio Longo

Alla fine di un’estate torrida, segnata da tanti fatti di cronaca, torna centrale il tema dell’integrazione e dell’accoglienza, in un dibattito purtroppo spesso più mediatico che di contenuti.
Da alcune settimane a Mezzolombardo si vocifera sulla volontà della Provincia di individuare una struttura per 9 persone richiedenti asilo.
L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Christian Girardi, è intervenuta sul punto con un comunicato stampa.

«Questa Amministrazione comunale è stata informata - qualche settimana fa - dell’intenzione da parte del Governo provinciale di collocare sul territorio di Mezzolombardo 9 cittadini stranieri richiedenti asilo. Secondo le intenzioni della Provincia suddette persone dovrebbero trovare alloggio all’interno di un immobile, oggi in disuso, di proprietà della Patrimonio del Trentino alla Rupe, all’altezza del bivio d’ingresso all’area industriale/artigianale del paese (ex casa dei custodi forestali).

In quella stessa occasione i funzionari responsabili del Servizio comunicavano che ancora non era stata individuata una data per l’effettivo collocamento dei richiedenti asilo e che solo quando tale data sarebbe stata individuata saremmo stati nuovamente contattati.
Immediatamente abbiamo comunicato al Servizio Politiche Sanitarie e per la Non Autosufficienza il nostro più completo disappunto circa tale decisione».
Quali sono le motivazioni del netto rifiuto del comune di Mezzolombardo? «Desta molta preoccupazione - si legge sempre nella nota - il fatto che i richiedenti asilo in questione siano tutti di giovane età e collocati in numero così cospicuo all’interno di un’unica struttura».

Ma non solo. La giunta pone una questione di carattere urbanistico, «in quanto gli uffici competenti ci hanno comunicato che attualmente tale immobile risulta privo di agibilità; a questo va aggiunto che, nel caso specifico, sussiste l’aggravante dettata dall’area di ubicazione dell’edificio, posta nell’estrema periferia a sud del paese, in zona isolata che rende difficile il controllo dei fruitori dell’alloggio».
Nel tam tam delle voci che si sono diffuse in paese sembrerebbe che ci sarebbe anche una data della collocazione: il 18 settembre.
«Abbiamo quindi subito provveduto a ricontattare il Servizio provinciale responsabile, per chiedere notizie in merito e per ribadire che fino a quando l’edificio in oggetto non sarà conforme agli strumenti urbanistici vigenti non permetteremo nessuna collocazione di persone al suo interno.

Le cose sono poco chiare - scrive la giunta comunale - e ci è stato risposto che probabilmente non sarà il 18 settembre la data prevista, ipotizzando un rinvio di alcune settimane.
Detto questo, ribadiamo la nostra contrarietà rispetto a questo modo di gestire l’emergenza profughi anteponendo, ai bisogni dei cittadini delle comunità locali, i presunti diritti dei richiedenti asilo.
A tale proposito sottolineiamo che a Mezzolombardo sono in lista d’attesa per l’ottenimento di un alloggio comunale ben 16 famiglie; riteniamo urgente risolvere anzitutto questo tipo di necessità (per la quale chiediamo l’intervento della Provincia) e solo dopo anche Mezzolombardo potrà eventualmente pensare ai problemi altrui».

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