Il primo sindaco di Vallelaghi sarà di Fraveggio

L’unica cosa certa è che il primo sindaco di Vallelaghi verrà dalla frazione di Fraveggio, dove abitano entrambi i candidati. Per il resto, non mancano le incognite, nel comune nato dalla fusione di Vezzano, Terlago e Padergnone. Scendono infatti in campo, su fronti contrapposti, l’ex presidente della Comunità di valle Luca Sommadossi (sostenuto da tre liste rappresentative di ciascun paese e da 47 candidati) e l’ex vicesindaco e per pochi mesi sindaco di Vezzano Gianni Bressan, con cui si schierano due liste e 36 candidati.

Gruppi civici tutti e cinque, privi di simboli di partito, ma che segnano una sostanziale divisione del centrosinistra autonomista: con Luca Sommadossi, del Pd, si sono schierati democratici e upitini, oltre a molti indipendenti. Mancano invece gli autonomisti dichiarati, che hanno scelto Gianni Bressan. Un’opzione che sarebbe opera della segreteria provinciale del Patt e di cui Sommadossi parla con rammarico, «visto il buon lavoro fatto insieme in Comunità di valle, quando sono stato presidente». Da parte sua, Bressan non nega l’appoggio di esponenti autonomisti ma minimizza e punta l’attenzione sul fatto di avere con sé sensibilità e anime diverse.

Spinte centrifughe a parte, Sommadossi, 49 anni, si presenta con un «Progetto per Vallelaghi» (nome comune alle tre liste), messo a punto tra settembre e febbraio anche in riunioni pubbliche, «costruendo il programma intorno a cinque cardini: ambiente-territorio, sociale-cultura-scuola, sport-turismo, partecipazione, urbanistica-centri storici-servizi comunali». Lo slogan della campagna è «Ci siamo fatti in tre per un unico comune»: «Con tre liste composte da residenti nei tre ex comuni garantiamo a tutti i paesi un’adeguata presenza in consiglio».

Nella compagine, l’ex vicesindaco di Terlago Paolo Decarli, gli ex assessori comunali di Terlago e Padegnone Andreana Castelli, Sandro Castelli e Ilaria Rigotti, alcuni amministratori di Comunità. Al centro del programma, politiche per caratterizzare un territorio che è cerniera tra il capoluogo trentino e il Garda: «Vogliamo riprendere progetti avviati con successo in Comunità di valle come il biodistretto, l’ecomuseo, la filiera del pane con la reintroduzione dei cerali antichi, la sentieristica di valle».

Gianni Bressan, 59 anni, dipendente dell’azienda sanitaria, spiega invece la propria candidatura con la volontà di attuare il progetto che ha portato avanti da vicesindaco di Vezzano: «La fusione porta con sé problemi ed è giusto che chi si è impegnato in questo percorso provi a gestirli. Per governare questo comune, abbiamo dunque costruito una proposta che conta su diversi ex amministratori che si sono spesi l’anno scorso a favore della unificazione». Ci sono l’ex assessore all’urbanistica di Vezzano Silvano Beatrici, l’ex sindaco di Padergnone Federico Sommadossi  e la sua vice Patrizia Ruaben, oltre ad ex consiglieri di maggioranza e minoranza dei tre comuni e all’ex consigliere provinciale Roberto Franceschini. Nel programma si punta molto sulla valorizzazione di un territorio unico e sul turismo.

Ma un occhio di riguardo viene riservato alla vita sociale: «Bisognerà far sì che le tre comunità lavorino insieme e questo sarà il compito più gravoso».

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