Nasce in Paganella una nuova via ferrata

di Mariano Marinolli

Fin quando c'era la funivia «Direttissima», che saliva da Lavis fino in cima alla Paganella, erano tanti gli escursionisti che frequentavano il famoso «sentiero delle Aquile». Si partiva dal Rifugio Cesare Battisti e si camminava lungo il crinale della Paganella proseguendo poi sul famoso sentiero 602 che scendeva fino a Fai. 

Da quasi mezzo secolo il sentiero è stato abbandonato ma Eduino Gabrielli , il «deus ex machina» della Paganella, ha proposto l'idea di ripristinarlo. «L'estate scorsa abbiamo avuto un grande afflusso di escursionisti, vuoi per le belle giornate di sole - ci spiega - ma, soprattutto, per la cura dei nostri sentieri. Allora mi son detto: perché non sistemare anche il vecchio sentiero delle Aquile? E così abbiamo iniziato i lavori che si concluderanno nelle prossime settimane».
Il sentiero è ancora chiuso, ma sono già tanti gli appassionati che, spinti dalla curiosità, lo hanno percorso. Sarà inaugurato in primavera, dopo il collaudo. Ripropone il vecchio tracciato fino al Canalone Battisti passando per l'Arco di Tito (una sorta di finestrone naturale di roccia da cui la vista può spaziare sull'intera città di Trento), fino alla grotta con la sorgente, uno degli angoli più suggestivi della Paganella. Giunti in località Belvedere (dove c'è la staccionata con la terrazza panoramica lungo la pista di sci «Nuvola Rossa»), inizia la parte nuova del sentiero, completamente attrezzata: una vera ferrata che corre sul crinale del Becco di Corno, lo spartiacque tra Lavis e Zambana Vecchia. Si scende, con il panorama che domina sulla Rotaliana e Bassa Atesina, per un canalone parallelo a quello Battisti, lasciandosi alle spalle le vie Detassis e Maestri tanto care agli alpinisti, per dirigersi verso gli «Spaloti de Fai». Da qui, dopo aver attraversato il nuovo ponte tibetano in funi d'acciaio sospeso nel vuoto, si risale in cima alla Paganella, costeggiando la pista Nuvola Rossa, arrivando al rifugio La Roda. 

In totale sono all'incirca quattro chilometri con un dislivello di duecento metri: metà della passeggiata è lungo il vecchio sentiero e l'altra metà sulla ferrata realizzata dalla società di impianti a fune «Paganella 2001 spa», della quale proprio Gabrielli è presidente. Il sentiero è stato tracciato da due noti alpinisti trentini: Elio Orlandi di San Lorenzo Dorsino e Franco Giongo di Fai. Per completare la ferrata mancano ancora trecento metri di ganci e cordini in acciaio, tuttavia il sentiero attrezzato dovrebbe essere completato prima dell'arrivo della neve. La Paganella si arricchisce quindi di un'altra attrazione estiva, dimostrando così agli escursionisti di saper gestire e curare la manutenzione dei propri sentieri anche dopo l'abbandono della Sat. Infatti dieci anni fa la Sat in aperta polemica con la società Paganella 2001 per il caso del «Bus del Giaz» e per lo spostamento proprio del sentiero 602 per consentire la realizzazione della pista «Nuvola Rossa», non si prese più cura della segnaletica e della sentieristica. Sono stati così gli stessi operatori turistici e le amministrazioni a prendersi in carico la gestione e la manutenzione di tutti i sentieri.

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