«Contadini di montagna» tra agricoltura sostenibile e paesaggio

di Katia Rizzardi

È stata un successo la serata dedicata ad agricoltura e paesaggio, organizzata da Cassa rurale di Mezzocorona e Imperial Wines. La proiezione del docufilm «Contadini di montagna», opera del regista Michele Trentini, ha entusiasmato la platea e le successive riflessioni di alcuni autorevoli addetti ai lavori hanno arricchito l’evento. Il neo presidente della Fondazione Mach, Andrea Segrè, ha parlato di sostenibilità, affrontando temi quali lo spreco alimentare, la protezione del suolo, l’ingegneria genetica. «L’agricoltura sostenibile è oggi un’esigenza ineludibile». Segrè ha fatto riferimento alla Fondazione Mach: «È una realtà straordinaria, che racchiude formazione, ricerca e consulenza tecnica; francamente, non avevo mai visto nulla del genere. È un gioiello che deve continuare a brillare». E ha aggiunto: «La fondazione può avere un ruolo nella certificazione dell’agricoltura realmente sostenibile, attraverso la creazione di un apposito marchio».

Ugo Morelli, docente universitario di psicologia, ha gettato luce sulla relazione tra identità culturale, agricoltura e paesaggio: «La cultura non è soltanto questione di libri o parole. Seminare un chicco di grano anziché mangiarlo è uno straordinario atto cognitivo. Da 12mila anni, l’agricoltura è la via attraverso cui il sapere umano si è affrancato». Luisa Mattedi, che con grande passione si definisce «un tecnico di campagna», ha descritto luci ed ombre della moderna pratica agricola. La forte antropizzazione del territorio rende assai delicata la convivenza tra frutti-viticoltura ed attività urbane: «I trattamenti fitosanitari effettuati vicino alle abitazioni sono una criticità, di cui occorre parlare con franchezza». Negli anni, tuttavia, la difesa della vite si è evoluta, conseguendo traguardi d’eccezione: contro tignole ed acari parassiti non si fa più la lotta chimica, rimpiazzata da strategie pienamente sostenibili, come la confusione sessuale e l’equilibrio tra popolazioni. «Il lavoro degli agricoltori è difficilissimo: sono i giardinieri del paesaggio, i custodi della madre terra», ha concluso Mattedi, citando Alex Langer e papa Francesco.

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