Lavis, razzia di biciclette: colpo da 50mila euro al Patrick Bike

di Marica Viganò

Cinque minuti per scegliere i modelli più costosi, caricarli sul furgone e partire senza lasciare traccia. La «banda delle biciclette» torna a colpire nella nostra provincia ed il primo furto dell’anno è stato ieri notte a Lavis, da Patrick Bike. «In realtà i ladri pare non se ne siano mai andati - evidenzia, sconsolato, Patrick Dalvit, titolare nel negozio di via Nazionale - Dopo un 2014 per noi tranquillo, quando sembrava che tutto filasse liscio abbiamo subìto l’ennesimo furto».

Dieci le biciclette rubate, più un telaio, delle marche Cannondale, Trek, Colnago, per un valore complessivo di 50mila euro. «Sette bici erano nuove, tre usate ma di buon livello - spiega Dalvit - hanno preso i modelli migliori, evidentemente sapevano dove trovarli. La stessa cosa era accaduta in passato. Quando si va al supermercato, si sa dove trovare i prodotti migliori: così anche i ladri, che sanno dove mettere le mani». È possibile che nei giorni precedenti un complice abbia fatto un sopralluogo in negozio, fingendosi interessato ad un acquisto.

Il negoziante ricorda la primavera del 2013, un anno sventurato per i furti: due i colpi da lui subìti (il primo da 30mila euro, il secondo da 100mila), tre quelli messi a segno nel negozio Tuttobici di via Filos, uno nel Basso Sarca oltre a furti singoli nei garage della città; nello stesso periodo in Alto Adige vennero svaligiati due punti vendita a neppure 24 ore di distanza, con una media nel Nord Est di due assalti a negozi specializzati ogni settimana.

«In Veneto questa banda non si è mai fermata. Nelle ultime ore hanno colpito a Vittorio Veneto, oltre che da me - aggiunge Dalvit, che è in contatto con i colleghi del Triveneto - la tecnica è la stessa dei furti di due anni fa: i ladri sono entrati dalla porta sul retro e hanno rubato solo modelli costosi. Questa volta non sono stati fermati né dalla porta blindata, che avrebbe dovuto essere molto più resistente di quella del 2013, né dalle inferriate che abbiamo inserito tra la porta e il negozio».
L’allarme è scattato a mezzanotte e 35 minuti. I ladri, dunque, prima hanno agito con il piede di porco, quindi hanno dovuto tagliare le inferriate.

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Un lavoro fatto da mani esperte e veloci, che avevano a disposizione tutti gli attrezzi necessari. Dal momento in cui è scattato l’allarme, sapevano di avere pochi minuti a disposizione. Oltre alla sirena esterna, la centralina è collegata con il 112 e con il telefono privato del titolare del negozio. «Ho impiegato esattamente sette minuti per arrivare in via Nazionale. Dei ladri non c’era già traccia. La porta sul retro era aperta ed assieme ai carabinieri ho fatto un sopralluogo ed una prima stima dei danni - spiega il negoziante - L’unica consolazione è che sono assicurato e che, se tutto va bene, forse riesco a recuperare parte del denaro». Ci sono poi i danni, dalla porta blindata alle inferriate, che verranno sostituite con un modello più resistente.

I carabinieri stanno cercando di capire su quale mezzo i ladri si siano allontanati, se viaggiavano tutti sul furgone in cui sono state caricate le bici, o se ci fosse anche l’auto di complici. Verranno analizzati i filmati delle telecamere di videosorveglianza (anche di case private) che si trovano in via Nazionale per verificare il passaggio di mezzi prima e dopo il furto. «Spero che i ladri ora ci lascino in pace e che le forze dell’ordine siano più attive» si augura Dalvit.

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