Una discarica a cielo aperto sotto la strada provinciale della val di Cembra

di Federica Giobbe

Una discarica a cielo aperto in piena regola è quella che si è presentata ai nostri occhi nelle aree di sosta sottostanti, per automobilisti, della strada provinciale 71 che da Molina di Fiemme arriva fino a Segonzano. Per una ventina di km rifiuti abbandonati nel sottobosco sul territorio dei comuni di Valfloriana, Casatta, Sover e Segonzano, tutto a pochi chilometri dal crm, il centro di raccolta materiali sovracomunale dei comuni di Segonzano e Sover. Materassi, sanitari abbandonati, bottiglie e taniche di plastica,materiali edili e scarti di lavorazione, piastrelle, sacchetti chiusi per imballaggi, scarti di reti metalliche per paramassi, lavatrici, bombole di ossigeno, lattine,sacchetti con pannolini ed indumenti, bottiglie di vetro di varie dimensioni, carte e cartoni, tubi di condutture idrauliche e canalette in pvc per impianti elettrici, pneumatici, fornelli a gas, segnaletiche stradali e paracarri.

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Abbandonati anche veleni di vario genere come diluenti e insetticidi e per concludere in bellezza, anche un topicida abbandonato a pochi metri di distanza da degli scarti di cibo, mangiati dagli animali del bosco: un vero e proprio rischio di avvelenamento per la fauna locale. Ma la cosa sconvolgente è stata la scoperta inattesa di pannelli in fibra di amianto smaltiti all'aria aperta nonostante la loro risaputa pericolosità.
Una situazione che, con tutta probabilità si perpetua da diverso tempo. Mobilitati, per un'indagine sul luogo, i Carabinieri della stazione di Segonzano e i Forestali di Cembra, che sono all'opera da diversi anni per l'individuazione dei responsabili di certe infrazioni e per il monitoraggio della situazione. Un'operazione dispendiosa e non sempre con risvolti positivi, anche perché non è semplice scoprire i colpevoli di tale scempio, ma quando questo accade, la sanzione di 600 euro è di rito.
«Si potrebbe pensare a delle campane di raccolta dislocate nelle diverse aree di sosta dei comuni ed alla realizzazione di un crz, un centro di raccolta zonale apposito», hanno suggerito i forestali locali. «In una terra di mezzo come questa, che si presta allo smaltimento illegale di rifiuti tossici», proseguono nel racconto, «tutto è concesso. Così diviene la norma gettare i rifiuti organici fuori dal finestrino o smaltire materiali nel bosco anche per le valli vicine come avviene per ditte di Fiemme, Fassa e Piné».
A detta dei forestali e degli addetti comunali locali, il fenomeno si è diffuso a macchia d'olio da quando nelle valli di Fiemme, Fassa e Floriana è stata introdotta la tariffa puntuale dove, per una questione di costi alti di smaltimento, c'è chi ovvia al problema smaltendo l'immondizia a cielo aperto.
Sono sensibili a questo increscioso problema anche i sindaci dei diversi comuni coinvolti, i quali si sono detti decisi e disponibili per andare a fondo della questione e cercare una soluzione definitiva, confidando in un aiuto anche da parte della Provincia; anche perché in merito a questa situazione è stata riaperta, dopo anni di silenzio, una nuova inchiesta.

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