Causa per le «sort» a S.Michele: il Tar boccia il ricorso dei contadini

È arrivata la parola fine sulla lunga causa giudiziaria per l'assegnazione delle «Sort». Il Tar di Trento - al quale era stata rinviata la causa dal Consiglio di Stato dopo un primo pronunciamento - ha respinto il ricorso dei contadini ed ha ribadito la correttezza dell'operato del Comune (allora guidato dal sindaco Guido Moser).


La vicenda risale al 2009, quando il Comune riassegnò con una gara d'asta circa 97 lotti in 37 ettari agricoli in località Mezzani di Grumo ad un canone quasi doppio di quello precedente, con molti contadini di fuori Comune che presero il posto di quelli «locali». Ne scaturì una feroce polemica, che coinvolse un po' tutti: a presentare il ricorso fu la Coldiretti, per conto di Carlo Andreis, Thomas Battisti, Maristella Benedetti, Rino Bragagna, Rodolfo Bragagna, Aldo Calovi, Lina Cattani, Francesco Chiettini, Aldo Clementi, Massimiliano Dallago, Osvaldo Dallago, Rosa Dalpiaz, Carmen Ferretti, Giovanni Fiamozzi, Franco Fiamozzi, Quintino Filippi, Costantino Filippi, Palma Filippi, Giovanni Fischer, Rocco Fontana, Viola Fontana, Roberto Inama, Lino Magotti, Marco Marcon, Franco Melchiori, Bruno Moscon, Imelda Moscon, Bruno Moser, Franco Simoni, Mariano Ress, Emilio Ress, Remo Ress, Tullio Ress, Benito Rossi, Nicolò Sandri, Diego Sartori, Anna Sonn, Franco Tait, Carlo Tonon, Maurizio Tonon, Tullio Tonon, Enrico Toscana, Carlo Viola, Fausto Visentin, Ambrogio Zanon, Marco Zeni.
I contadini persero la prima causa (sentenza del 7 dicembre 2009) ma decisero di resistere in appello al Consiglio di Stato, che in un suo pronunciamento rinviò però la causa al Tar di Trento per una nuova formulazione (il 15 luglio 2013).


In mezzo accadde di tutto: nell' aprile 2011 fu avviato un tentativo di conciliazione, con incontri ripetuti fra Comune e contadini, ma che non portarono a nessun accordo. Nello stesso periodo, anche alcuni inquietanti atti di vandalismo, prima con il taglio di un centinaio di viti, poi con oltre 500 piante di mele tagliate nella notte da «roncola selvaggia» alla famiglia Agostini e ancora - nel 2012 - con un centinaio di barbatelle di vite recise nella notte all'assessore comunale all'agricoltura, Sergio Moser. Tutti delitti per i quali non si è mai trovato un colpevole.
Il Tar di Trento ha esaminato gli atti e per cominciare ha estromesso dalla causa la Coldiretti, per non aver titolo a ricorrere. Poi rileva che «è evidente anzitutto che, una volta riconosciuta ? con efficacia di giudicato - la legittimità del sistema dell'asta pubblica, trattandosi di contratti attivi per l'Amministrazione, e relativi a beni patrimoniali disponibili, ne consegue la legittimità del sistema al rialzo».


Perciò «Il Tar, definitivamente pronunciando sul ricorso in epigrafe, lo respinge, nella parte tuttora pendente, secondo quanto stabilito in motivazione». Mentre le spese in giudizio saranno compensate.

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