Cacciatore ucciso dall'amico: fu un incidente non un delitto ma la famiglia chiede 1 milione

Non ci furono responsabilità penali nell’incidente di caccia in cui morì il settantenne Michele Penasa, colpito per errore durante una battuta di caccia l’11 settembre del 2017 nei boschi di Vigo Rendena. Il caso però non si chiude: rimane aperto il contenzioso civile tra la famiglia della vittima e l’assicurazione di Luigi Da Rin D’Iseppo, l’uomo di Darè che sparò per errore scambiando l’amico e compagno di caccia per un cervo. Di fronte ad una tragedia immane, il danno morale è consistente: in totale si parla di oltre un milione di euro.

Ad aprile dell’anno scorso Luigi Da Rin D’Iseppo, difeso dal’avvocato Mauto Bondi, patteggiò un anno di reclusione con la sospensione condizionale della pena per omicidio colposo.

Rimaneva da definire la posizione del rettore della riserva di Vigo Rendena, Carlo Stefani, testimone oculare del dramma. Nei suoi confronti la procura aveva chiesto l’archiviazione, ma a questa richiesta si è opposta con fermezza la famiglia Penasa sollecitando nuove e più approfondite indagini.
Nei giorni scorsi, però, il giudice Enrico Borrelli ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura.

Rimane aperto invece il fronte della giustizia civile, un passaggio altrettanto delicato. La trattativa con l’assicurazione di Da Rin si è arenata. Così i familiari di Michele Penasa hanno avviato una causa civile. La prima udienza si terrà la prossima settimana.

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