Con l'auto del Comune va in giro in orario di lavoro: denunciato, però va in pensione

Con l’auto di servizio del Comune ed in orario di lavoro sarebbe andato a trovare i familiari ed a sbrigare faccende personali. In almeno due casi - come evidenzia l’accusa - sarebbe stato un collega (o un conoscente) a timbrare il cartellino al posto suo. E lui avrebbe collezionato centinaia di chilometri a sbafo.

Peculato, truffa aggravata e falsa attestazione della presenza in servizio: sono queste le contestazioni mosse ad un dipendente di un Comune della Val Rendena. L’uomo è stato interrogato e nei giorni scorsi ha chiarito la propria posizione davanti al pubblico ministero. Non entrerà più in servizio: è ufficialmente in ferie da una decina di giorni e proseguirà il periodo di astensione dal lavoro fino alla fine del mese, mentre dal primo aprile sarà in pensione. Del caso è stata informata anche la Corte dei Conti.

È stata un’indagine-lampo, coordinata dal pubblico ministero Carmine Russo e sviluppata tra gennaio e febbraio scorsi, a smascherare il “furbetto del cartellino”. Gli accertamenti sono partiti da un’infrazione al codice della strada contestata dagli agenti della polizia locale delle Giudicarie. Tutta colpa di una manovra sbagliata: la piccola utilitaria dell’amministrazione, condotta dal dipendente, andava contromano in una stradina. L’episodio, risalente agli inizi di febbraio, ha dato il via all’indagine. «L’orario (mattina presto), il luogo e la condotta del funzionario parevano particolarmente anomali, anche in relazione del fatto che il medesimo soggetto non aveva apparente ragione di trovarsi con il veicolo di servizio in una via laterale che conduce alla zona industriale di Tione», viene evidenziato dagli investigatori.

Un’altra incongruenza è emersa quando gli agenti hanno controllato gli spostamenti del veicolo attraverso le telecamere di sorveglianza agli ingressi di Tione: l’auto non era entrata in paese dalle vie principali, ma attraverso strade secondarie. Nell’indagine è stata coinvolta anche la polizia locale della valle del Chiese. La stessa piccola utilitaria, nelle settimane seguenti, è stata notata in strade laterali tra Sella Giudicarie, Spiazzo, Tre Ville, Tione, Comano Terme e Stenico, quasi mai lungo le vie principali in cui sono attivi i varchi e la videosorveglianza. Sono otto le circostanze contestate.

Data la presenza della macchina di servizio in zone distanti dall’ambito territoriale di competenza, gli investigatori hanno acquisito dal Comune in cui lavora l’uomo la documentazione relativa all’orario di lavoro, scoprendo che i conti non tornavano. Per due volte, ad esempio, risultava che avesse timbrato il cartellino presso la sede di lavoro, mentre gli accertamenti lo davano in luoghi abbastanza distanti. Insomma, come ricostruito, sarebbe stato impossibile per il dipendente, fermato a diversi chilometri di distanza dal Comune per cui lavora, raggiungere in così breve tempo la sede. L’ipotesi è che un complice abbia strisciato al suo posto il cartellino: su questo aspetto proseguono le indagini degli agenti della polizia locale delle Giudicarie, coordinati dal comandante Carlo Marchiori.
È stato calcolato che in pochi giorni l’uomo avrebbe percorso circa 300 chilometri per raggiungere luoghi non autorizzati.

«Alla nostra amministrazione non è arrivata alcuna segnalazione in proposito ed io non sono stato informato della vicenda- spiega il sindaco del Comune per cui lavorava l’indagato - Il dipendente in questi giorni è in ferie e non tornerà in servizio perché dal primo aprile sarà in pensione, dopo 40 anni di lavoro».

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