Il bar ristorante Palù della Fava riaprirà i battenti per Natale

Erano tantissimi anni, dal 2001, che il bar ristorante Palù della Fava, acquisito dal comune di Bocenago nella seconda metà del Cinquecento assieme a tutto il comparto di Malga Zeledria, sui monti campigliani, giaceva chiuso al pubblico. 
Per Natale riaprirà i battenti, a gestirlo la famiglia Ballardini, esperti di ristorazione e locali pubblici che bazzicano da un ventennio dato che già hanno in gestione il Rifugio Stoppani sul Grostè, il ristorante Antico Focolare e, di prossima apertura anche il nuovo Rosengarten Hotel. 
La storia della cascina ristorante Palù della Fava è stata decisamente travagliata: un lungo contenzioso è pesato sul suo utilizzo, fra il comune di Bocenago e l’allora gestore, la famiglia Angeli, che si è chiuso solo da pochi anni e ha tenuto bloccato l’uso della struttura pubblica per quasi un ventennio. 
L’attuale amministrazione guidata dal sindaco Walter Ferrazza, appena insediata prese in mano la vicenda nel tentativo di sbloccare una situazione ormai incancrenita che rappresentava anche un danno economico, fra le spese in avvocati e il mancato affitto. Si arrivò infine alla sentenza del Consiglio di Stato che diede ragione ai privati. 
Chiusa la vicenda giuridica, il comune nel 2013 approvò in linea tecnica il progetto preliminare per il recupero della struttura che, nell’autunno di quell’anno fu proposto per il finanziamento sul bando statale «6.000 campanili» ottenendolo. «Fu una delle prime questioni che decidemmo di chiudere entrati in carica» ricorda oggi Ferrazza. 
La progettazione definitiva ed esecutiva fu affidata all’architetto Sebastiano Bertolini: 765.652,88 euro l’importo complessivo dell’intervento, di cui 494.721,42 euro per lavori a base d’appalto e 270.931,46 euro per somme a disposizione dell’amministrazione. 
«Abbiamo investito tantissimo nella manutenzione e messa a reddito di tutti gli edifici pubblici del comune - spiega il sindaco <+nero>Walter Ferrazza<+testo> - e per noi il ristorante Palù della Fava era diventato quasi un simbolo, quindi la soddisfazione di vederlo ristrutturato, concluso e pronto per la riapertura è tanta. Considerando che il comune ha ricevuto un finanziamento al cento per cento per la ristrutturazione, quindi non ha dovuto sborsare nulla, credo che l’entrata garantita dal canone di affitto sia anche un successo e una risorsa dal punto di vista economico per il comune che potrà godere nei prossimi dieci anni di un’entrata interessante». 
Canone di affitto che ammonta a 71 mila euro annui: questa la cifra per la quale si è aggiudicata al gestione la famiglia Ballardini. 
«Mi è sempre piaciuto il Palù della Fava - spiega Remo Ballardini - è una cascina in mezzo al bosco con una vista splendida sulle Dolomiti e la comodità di poter essere raggiunto facilmente in auto. È un bijoux e quando ho visto che era stato messo all’asta abbiamo deciso di provare ad occuparcene». 
L’idea della famiglia di ristoratori è quella di farne un locale di un certo livello: «Si chiamerà Mountain Gourmet - spiega la figlia Cristina Ballardini - faremo piatti tipici di montagna ma, appunto, gourmet e nascerà molto in simbiosi con il nostro Rosengarten». 
Il ristorante è affidato alla famiglia Ballardini per cinque anni, con l’opzione di altri cinque anni rinnovabili.

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