Il Parco Adamello conta i danni

Avviata dal Parco naturale Adamello Brenta una ricognizione dei danni subiti al patrimonio boschivo e infrastrutturale dell’area protetta. La situazione non è ancora sotto controllo nella sua totalità, anche perchè alcune strade di accesso alle valli sono state per giorni impraticabili a qualunque mezzo e sono state chiuse con ordinanze sindacali, informa la direzione del Parco.

Il direttore Cristiano Trotter ha incaricato gli operai forestali e gli assistenti ambientali di perlustrare, anche a piedi, i settori dell’area protetta e di fare un consuntivo dei danni ma, viste le difficoltà di accesso e la vastità dell’area parco (620 kmq e migliaia di chilometri di sentieri), prima di giungere ad un quadro accurato ci vorranno giorni.

«È importante conoscere fin da ora la situazione per poter intervenire finchè il tempo ce lo permette - spiega Massimo Corradi, responsabile dell’Ufficio tecnico ambientale del Parco - le situazioni trascurate potrebbero, infatti, peggiorare ulteriormente a causa degli eventi meteorologici primaverili. Le piante lasciate nei torrenti, per esempio, potrebbero creare un effetto diga e provocare altre piene pericolose. Inoltre, vanno programmati fin da ora i lavori di sistemazione per la prossima stagione e le opere straordinarie per le quali attivare la somma urgenza».

Dalle prime osservazioni, i danni riscontrati sono stati causati prevalentemente dal vento in area Adamello e dall’acqua in area dolomitica. Il vento, che anche le mappe di Meteotrentino hanno evidenziato sui ghiacciai dell’Adamello, molto probabilmente si è incanalato a forte velocità nelle valli, provocando numerosi schianti di abeti anche in ampie porzioni in Val di Genova, in Val Nambrone, in Val di Borzago, in Val di San Valentino, e, in forma minore, in Val di Fumo. Quest’ultima è accessibile mentre le altre valli sono per ora chiuse.

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