Teleriscaldamento, impianto acceso nel 2019

di Marco Maestri

Ancora pochi mesi di attesa e poi, salvo imprevisti dell’ultimo momento, i lavori per la realizzazione dell’impianto di teleriscaldamento nel territorio comunale di Valdaone volgeranno al termine. L’opera, fortemente voluta dall’attuale amministrazione guidata da Ketty Pellizzari, è il passaggio concreto di un’idea nata nel 2010 dagli allora comuni di Bersone, Daone e Praso. A tal fine il comune di Valdaone ha stipulato una convezione di servizio con la società pubblica E.S.Co. B.I.M. e Comuni del Chiese S.p.A. che si occuperà della gestione futura.
 
Il costo complessivo dell’opera ammonta a 5,5 milioni di euro di cui il 70 % finanziato dalla Provincia. Al momento quindi, come confermato dal presidente di E.S.Co. B.I.M. e Comuni del Chiese Franco Panelatti, i lavori sono in linea con il cronoprogramma iniziale. «I lavori di scavo per la posa della rete di teleriscaldamento - ha confermato Panelatti - sono in via di ultimazione e nel giro di poche settimane tutte le strade attualmente interessate dai lavori verranno ripristinate. Per quanto riguarda l’edificio centrale, i lavori sulla struttura sono ultimati e si stanno ultimando le opere impiantistiche interne e le sistemazioni delle aree esterne adiacenti all’edificio. Tutte le attività sono in linea con il cronoprogramma dei lavori, opportunamente integrato per tener conto della contestuale posa dei sottoservizi integrativi richiesti dall’Amministrazione comunale di Valdaone».
 
Quando è previsto il termine dei lavori con la conseguente messa in funzione del nuovo impianto di teleriscaldamento? «L’avviamento dell’impianto è previsto entro i primi mesi del 2019 dopo aver ultimato le operazioni di collaudo della rete e di tutte le apparecchiature interne alla centrale».
 
In qualità di presidente di E.S.Co. BIM del Chiese qual è la prima impressione, a livello tecnico e di impatto ambientale, dei lavori svolti?
«I vari componenti dell’impianto di teleriscaldamento sono caratterizzati da un alto livello tecnico: i tubi della rete hanno un elevato livello di isolamento, è previsto un articolato sistema di filtraggio dei fumi che prevede in un unico apparecchio la presenza di filtri a multiciclone e di elettrofiltri ed infine i cogeneratori sfruttano la pirolisi del cippato per produrre congiuntamente energia termica ed elettrica. Dal punto di vista dell’impatto ambientale, l’impianto permetterà di spegnere le caldaie a gasolio e GPL poco efficienti attualmente in funzione negli edifici comunali evitando così il consumo di fonti fossili non rinnovabili, sostituendole con un’unica centrale a biomassa caratterizzata da un punto singolo emissivo controllato. Inoltre sistema di filtraggio fumi realizzato è stato approvato dall’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente della Provincia».
 
Trattandosi di un’opera importante che richiede diverse lavorazioni come sono state gestite le varie fasi del cantiere?
«Le attività di cantiere sono state gestite in modo da recare il minor disagio possibile alla popolazione e all’ambiente circostante, cercando di concentrare le attività di scavo in brevi tratti, ripristinando il manto stradale nel minor tempo possibile evitando così di mantenere per troppo tempo strade sterrate e polverose ed evitando alla popolazione di allungare i percorsi in auto dovuti alla presenza dei cantieri».
 
C’è infine una prima previsione dei benefici che la messa in funzione dell’opera porterà alla comunità di Valdaone?
«Nel breve termine, l’eliminazione delle centrali pubbliche porterà benefici in termini di riduzioni di emissioni inquinanti in atmosfera; sul lungo periodo la previsione è quella di allacciare alla rete anche le utenze private andando ad eliminare quindi un maggior numero di vecchie caldaie a gasolio e a legna. Inoltre il reperimento sul territorio della biomassa necessaria permetterà una migliore gestione del patrimonio forestale, migliore pulizia dei boschi e un indubbio indotto attorno alla gestione della materia prima».

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