Assolti il sindaco Bazzoli e il vicesegretario Del Dot

Assolti perché il fatto non sussiste. Il sindaco del Comune di Sella Giudicarie, Franco Bazzoli e il vice segretario Francesco Del Dot,  hanno tirato un bel sospiro di sollievo. 
Il processo in rito abbreviato che si è celebrato in Tribunale a Trento, davanti alla giudice Claudia Miori - il primo cittadino era accusato di abuso in atti d’ufficio e il funzionario di peculato - si è infatti chiuso con una duplice assoluzione. La pm Alessandra Liverani aveva invece chiesto la condanna per entrambi a sei mesi di reclusione. 
A mettere nei guai il sindaco, assistito dall’avvocato Flavio Maria Bonazza, e il vice segretario, difeso dall’avvocato Andrea de Bertolini, l’utilizzo di una vecchia Panda del Comune (immatricolata nel 2001), data in prestito a Del Dot, con l’impegno di pagare la benzina e eventuali guasti. L’auto privata che Del Dot utilizzava tutti i giorni per raggiungere gli uffici comunali da Trento si era infatti definitivamente rotta. Il proprietario aveva ordinato un nuovo veicolo, ma per la consegna ci volle qualche settimana. Vista l’impossibilità di raggiungere Sella Giudicarie con i mezzi pubblici in orari compatibili con quelli d’ufficio, il vice segretario aveva dunque chiesto al sindaco di potere usare la vecchia Panda dell’amministrazione. Una richiesta che Bazzoli aveva accolto, anche perché il mezzo durate il giorno in orario d’ufficio era in Comune a disposizione anche degli altri dipendenti.
 Ma nell’aprile del 2017 la Panda, con la vecchia scritta Comune di Roncone, venne notata dai carabinieri nel parcheggio di  un cimitero della Rotaliana dove Del Dot, da poco colpito da un grave lutto familiare, era andato nei giorni di Pasqua per deporre dei fiori. L’auto si trovava dunque fuori dalla sua sede ordinaria e per questo erano scattati accertamenti. Il caso era approdato in procura, dove in un primo momento era stata però chiesta l’archiviazione del procedimento. Il giudice aveva però respinto l’istanza e invitato la procura a formulare il capo di imputazione.
La difesa, per parte sua, aveva sempre respinto le accuse, sostenendo che i due indagati avessero agito soltanto nell’interesse pubblico e che nessun vantaggio privato fosse derivato da questa vicenda. In particolare, l’avvocato di Bazzoli, aveva evidenziato che non era stata violata alcuna norma e che, dunque, non era stato commesso alcun atto illegittimo. Inoltre, secondo la difesa, non era stato causato alcun vantaggio ingiusto a favore del soggetto beneficiario del prestito, dal momento che il vice segretario pagava la benzina e un nolo e che, di fatto, il pieno di carburante, veniva poi lasciato anche a disposizione degli altri colleghi che utilizzavano il mezzo. 
Lo stesso sindaco Bazzoli, ieri presente in aula con il vice segretario, non aveva nascosto lo stupore per l’inchiesta. «È una vicenda paradossale», aveva detto, spiegando che il vice segretario aveva 50 giorni di ferie da fare e che, dunque, avrebbe potuto stare a casa. «Ma avevamo delibere urgenti da approvare, tra cui una relativa al rinnovo dell’Azione 19: se non fosse stata fatta entro una certa data, 30 persone sarebbero rimaste senza lavoro - aveva spiegato - Così gli abbiamo chiesto di venire a lavorare, concedendogli l’auto del Comune per non avere dei disservizi. Ma abbiamo anche messo nero su bianco che gli avremmo chiesto un rimborso delle spese e lui ha sempre pagato la benzina. Ma certo, se avessi saputo che sarebbe successo tutto questo, lo avrei lasciato a casa».
Ieri mattina, come detto, è arrivata l’assoluzione per entrambi. Ora si dovrà attendere il deposito delle motivazioni della sentenza.

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