L'orso torna e si beve la panna dalla finestra

Villa Rendena, a Malga Rosa i forestali appostati con la trappola ma il plantigrado non abbocca

di Jessica Pellegrino

L'orso perde il pelo ma non il vizio. Potremmo parafrasare così il detto che, nella sua versione originale, ha come protagonista il lupo. Nella notte tra giovedì e venerdì infatti il plantigrado è tornato a far visita alla casina della Malga Rosa dove, nei giorni scorsi, aveva «rubato» la panna conservata dai gestori. Il rituale si è ripetuto come da copione ma questa volta per potersi rifocillare il plantigrado ha dovuto rompere la zanzariera fissata alla finestra. «L'orso - spiega il gestore della malga - è tornato giovedì notte, ha sfondato la zanzariera e bevuto un altro paio di litri di panna. Siamo stati costretti a buttare via circa 2 quintali e mezzo di latte».

Un ritorno che ha allertato la squadra Forestale «Emergenza orso» rimasta in malga venerdì notte per un appostamento e per l'allestimento di una trappola tubo. L'orso però non si è fatto vedere. Nessuna manza ferita, danni lievi e un velo di rassegnazione misto a sconcerto «ormai ha preso il vizio, ha capito che qui c'è il latte e torna. Il problema è che il grado di pericolo adesso è alto perché «se sta fuori è una cosa, ma quando entra nelle case è un'altra».
Sui monti di Villa Rendena sono tornati gli uomini del Servizio Foreste che hanno deciso di presidiare la zona. «Sono rimasti nella casina fino alle 5 del mattino - conferma il gestore - poi se ne sono andati. L'orso non è arrivato, ma non era tanto lontano perché gli animali, già alle 23, erano tutti accanto allo stallone. Di solito stanno di fuori al fresco, ma quando sentono l'odore dell'orso tornano a casa».

La volontà di monitorare gli animali problematici rimane comunque alta sia per questo esemplare che per quello che si aggira in Val di Breguzzo. «Spero lo portino via in fretta - aggiunge il gestore di Malga Rosa - altrimenti la situazione diventa pesante. La gente non può star di guardia a tutti gli animali». Ed è proprio la paura e la difficoltà di poter monticare in tranquillità a far preoccupare: «questa volta - conclude - non ha ferito nessuna manza, ma scenderemo il prima possibile; non è possibile lavorare così».

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