Trentadue pecore uccise Il pastore fugge dall'orso

di Andrea Bergamo

Il bilancio è di trentadue pecore uccise. L’orso (ma più probabilmente gli esemplari entrati in azione erano più d’uno) è entrato in azione a soli duecento metri in linea d’aria dall’abitato di Pez, piccola frazione del Comune di Tre Ville, all’imbocco della Val d’Algone. «Sono arrabbiato e pure preoccupato - ammette l’allevatore di Lavis Denis Paoli - I 5 cani da conduzione hanno tentato inutilmente di difendere il gregge e il mio aiutante si è rifugiato in roulotte. Ora il timore è che i plantigradi ci seguano fino a 2000 metri di quota. In tal caso saremo costretti a lasciare la montagna e dunque a scendere verso la pianura». Nemmeno il sindaco Matteo Leonardi nasconde la sua preoccupazione: «La gente ora ha paura».

L’episodio risale alla notte tra mercoledì e giovedì scorso. Attorno alle 21 il plantigrado era stato avvistato (e fotografato) da qualche abitante al lavoro nell’orto di casa. Nel corso della notte l’orso (l’ipotesi è che si tratti di una mamma con i cuccioli) è tornato in zona: il gregge di circa 1.500 capi si è agitato e gli animali hanno sfondato il recinto. Nove pecore e ventiquattro agnelli sono annegati nel fiume Sarca; 7 sono stati sbranati: «Da otto anni frequento le Giudicarie con i miei animali, ma non ho mai assistito ad episodi così violenti. Anche i forestali della zona sono rimasti particolarmente stupiti, alla luce del fatto che le pecore erano custodite in un recinto e difese anche dai cani».

Un maremmano è rimasto gravemente ferito nel tentativo di difendere il gregge. Ha perso un occhio e i veterinari hanno ricucito con 15 punti di sutura i profondi graffi causati dagli artigli dell’orso. L’ipotesi è che il suo intervento abbia aumentato l’aggressività del predatore.

«Il gregge si è aperto come palle su un tavolo da biliardo» racconta Paoli, che quando si è verificato questo episodio stava seguendo un altro gregge: «Sono immediatamente intervenuto sul posto quando il mio aiutante mi ha telefonato in lacrime, ma a quel punto non c’era più nulla da fare».

I due uomini hanno atteso l’alba per radunare il bestiame. «L’orma lasciata dall’orso è più grande del mio piede, e io porto il 46. I forestali mi hanno detto di non fare l’eroe e che al 90% mi seguirà in quota». Le pecore uccise sono state ridotte a brandelli: tre animali del peso di 80 chili sono state consumate quasi completamente, mentre alle altre carcasse mancano le mammelle. Per questo l’ipotesi è che si trattasse di un esemplare di orso adulto accompagnato dai cuccioli.

Il gregge sarà ora diviso in due, secondo le previsioni delle scorso settimane, per raggiungere Val Breguzzo e Val Genova, mentre altre pecore con le mucche si trovano già ora a Monragne, in Val Manez. «Non sono tranquillo al pensiero di rimanere qui per altri 4 mesi - afferma l’allevatore -. Anche negli scorsi anni avevo subito degli attacchi, ma le perdite erano ridotte ad uno o due capi, ci siamo sempre difesi bene. Avendo sottoscritto dei contratti per la conduzione delle malghe, non posso permettermi di rientrare subito. Ora valuterò se tornare nei prossimi anni: seguo questi animali per l’intero anno e non posso permettermi di perdere tutto in una sola notte».

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